Corriere.it – Maria Laura e Lidia spose.

Sulla Cronaca di Roma il reportage (con foto e video) dell’unione civile di Maria Laura e Lidia

Le nubende più grandi d’Italia, Maria Laura Annibali e Lidia Merlo, si sono unite civilmente mercoledì nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo alle Terme di Caracalla. A celebrare la cerimonia, la senatrice Monica Cirinnà.

di Maria Egizia Fiaschetti
l’articolo con foto e video sul sito del Corriere.it

(Jpeg fotoservizi)
Maria Laura e Lidia (Jpeg fotoservizi)

Il «sì» della sposa col cilindro risuona lunghissimo nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo. Al monosillabo dal suono gutturale fa eco la risposta compassata, ma decisa, della compagna. Scatta l’applauso. Hanno aspettato tre lustri Maria Laura Annibali, 72 anni, e Lidia Merlo, 69, perché arrivasse questo giorno.

Ieri mattina, lo scambio delle fedi davanti alla senatrice Monica Cirinnà. Manca più di un’ora alla cerimonia quando la coppia, in smoking bianco e stola di pelliccia (ecologica), imbocca via di Valle delle Camene, dietro Caracalla. Siedono, le «nubende più grandi d’Italia», sul retro di una berlina scura infiocchettata con un nastro arcobaleno. Si tengono la mano e contano i minuti, gli ultimi che le separano dalla celebrazione. «Se stanotte abbiamo dormito? Io ho dovuto prendere la valeriana», racconta Maria Laura, presidente dell’associazione «Di’ gay project». A Lidia il rilassante naturale non è bastato: «Io qualche goccia di ansiolitico…», confessa.

A raccontare l’emozione non sono solo le occhiaie coperte da un velo di fondotinta e il viso tirato: le due, di solito molto loquaci, tra una parola e l’altra trattengono il respiro. Cosa si sono dette la sera prima del gran giorno? «Che alla fine, dopo tante battaglie, ce l’abbiamo fatta e adesso niente ha più importanza». La folla di parenti, amici e attivisti per i diritti della comunità omosessuale le accoglie con un lungo applauso davanti all’ex chiesa alle pendici del Celio: chi regala un mazzo di fiori, chi un abbraccio. Dentro la sala è piena, molti ascoltano in piedi gli articoli della nuova legge sulle unioni civili approvata dal Parlamento lo scorso 11 maggio. Cirinnà, che è stata la prima firmataria, ne ricorda i pilastri: libertà, dignità e laicità. «Valori che — sottolinea — ritrovo nel legame tra Maria Laura e Lidia. Stamattina (ieri, ndr) prima di venire qui un collega senatore mi ha detto: “Ah, vai a costituire…”, ma io ci ho tenuto a precisare che no, questa è una celebrazione a tutti gli effetti». La parlamentare si è scusata «perché vi abbiamo fatto aspettare trent’anni», ammettendo che manca ancora l’ultimo tassello: «L’equiparazione al matrimonio e la stepchild adoption».

Nel finale, a riprendersi la scena sono loro, le neo-spose. Maria Laura, con la voce tremante, recita ad alta voce due poesie. Lidia, più schiva, si limita all’essenziale: «Voglio dire solo due parole: “Per sempre”». Tra gli invitati, più di qualcuno si lascia scappare una lacrima. Un attivista di «Di’ gay project» legge un lungo messaggio di ringraziamento: «Siete state voi a darmi il coraggio di essere me stesso». La maggiore delle spose dedica la cerimonia «a chi della mia famiglia non c’è più e ai tanti amici che avrebbero voluto raggiungere questo traguardo ma non ce l’hanno fatta». Mentre fuori il vento scompiglia le chiome degli alberi e il prato si tinge dei colori dell’autunno, piovono chicchi di riso arcobaleno e petali di rosa. Maria Laura e Lidia appaiono più rilassate, fanno tintinnare i calici di champagne e tagliano la torta con la statuina che le ritrae insieme: «È già il quinto rinfresco», commenta la prima, sorpresa da tanta attenzione. La processione di saluti e congratulazioni diventa rito nel rito. Ci sono gli affetti più cari e gli attivisti lgbt: da Imma Battaglia, leader del movimento, a Roberta Mesiti, presidente di Agedo Roma (Associazione genitori degli omosessuali). Dopo il brindisi corale, il rinfresco privato con gli amici più intimi. E quando si spengono le luci, allora sì che comincia la festa: iniziata col «ti amo appassionatamente» su un muro al Trionfale sotto casa di Maria Laura e suggellata da un «per sempre» di Lidia.

Video-album dell’unione civile di Maria Laura e Lidia

23 novembre 2016

Su CorriereTV il video di Maria Egizia Fiaschetti | Jpeg Fotoservizi

Da Fanpage.it

Piccolo omaggio realizzato a mia insaputa dal mio IPhone“.
Così Alessandro Baracchini su Facebook.

Cliccando sull’immagine si può vedere il filmato.

Da Gianluca Grieco

Da Facebook (Massimiliano Doc Petrella) la diretta

Cliccando sull’immagine si può vedere il filmato.

Da Facebook

Da Youtube

Anche nel video promozionale di Wedding Photography

BlastingNews.com

Unioni civili: la favola di Lidia e Maria Laura, spose a 70 anni

Insieme da 15 anni, le due donne sono pronte a sposarsi e diventare la coppia più matura a dire “sì, lo voglio” in Italia.

di Alessandra Battistini 24 ottobre 2016

Questa non è solo una storia d’amore, ma è soprattutto una storia che parla di un grande amore. Le protagoniste sono due donne normalissime (non più giovanissime, è vero) che si conoscono da 15 anni; ma da oggi qualcosa è in procinto di cambiare: Maria Laura Annibali, presidente dell’associazione Di’Gay Project, e Lidia Merlo sono pronte a diventare moglie e moglie. La notizia delle loro nozze, che si terranno nel mese di novembre, ha subito conquistato il mondo del web e le prime pagine di diversi giornali: Laura ha 72 anni, Lidia 69 e con estrema semplicità sono diventate il simbolo dell’amore vero e libero.

Foto: profilo Facebook di Maria Laura Annibali
Maria Laura Annibali e Lidia Merlo
Presto spose grazie alla legge sulle Unioni Civili di Monica Cirinnà

La loro storia d’amore è tutt’altro che semplice e banale, ma può sicuramente essere definita come una vera favola con tanto di happy ending. Quando si sono incontrate, Laura usciva da una storia complicata e duratura che la portò a frenare sulla loro possibile conoscenza: “La nostra poteva essere solo un’amicizia”, ha infatti ricordato Lidia.

Quest’ultima però non si è mai data per vinta ed è riuscita a conquistare il cuore della sua amata. Come? Decise di comprare una bomboletta spray per farle una tra le più romantiche dichiarazioni d’amore: scrivere “Laura, ti amo appassionatamente” proprio sul muro di fronte casa sua. “Sono andata sotto casa sua, erano le tre di notte e mi tremavano le mani”, ha continuato a spiegare Lidia. Da quel momento non si sono più lasciate e hanno nutrito e custodito il loro amore come fosse il bene più prezioso, allontanando critiche e affrontando sfide che solo chi ama davvero riesce a superare.

L’omosessualità nascosta

Anche Lidia aveva alle spalle una storia importante, con un matrimonio di 35 anni che non la rendeva più felice ed è stata proprio questa voglia di riscatto ad aiutarla a trovare la forza di ricominciare da zero. Ha prima lasciato il suo appartamento all’Eur per rifugiarsi in un piccolo appartamentino da 40 metri quadrati e poi ha fatto il possibile per conquistare la sua amata.

Da parte sua Maria Laura era alle prese con il tentativo di nascondere la sua omosessualità per paura di non essere accettata sul lavoro:“Quando mi chiamava la mia compagna fingevo che fosse la segretaria del mio amante”. Poco dopo ha scelto di dimettersi per dedicarsi completamente all’attivismo, e lottare per difendere non solo se stessa, ma anche i diritti dell’intera comunità LGBT.

Lidia e Maria Laura saranno due spose in smoking, pronte a sfatare ogni pregiudizio: perché anche a 70 anni una donna deve essere libera di potersi sentire una principessa, sposando chi vuole e indossando l’abito che più preferisce.

Fanpage – Lidia e Laura spose a 70 anni

Intervista durante il Gay Wedding di Roma

Lidia e Laura, con i loro 70 anni coppia più matura d’Italia a sposarsi con la nuova legge sulle Unioni Civili, dopo 15 anni di amore convoleranno a nozze il 23 novembre a Santa Maria in Tempulo, la chiesa sconsacrata alle Terme di Caracalla.

Simona Berterame per Fanpage le ha intervistate.

Lidia e Laura sul Corriere della Sera

Spose in smoking a 70 anni

In attesa della cerimonia che vedrà Maria Laura e Lidia finalmente spose, il Corriere della Sera, nella cronaca di Roma, ha pubblicato un articolo di Maria Egizia Fiaschetti in cui si ripercorre la loro storia, dal momento in cui tutto è iniziato fino alla scelta dell’abito nell’atelier Celli di Pavona, insieme alla titolare Maria Celli.

L’articolo, completo di video e galleria fotografica.

A farla capitolare è stata una frase: «Laura, ti amo appassionatamente». Scritta sul muro del mercato di fronte al suo palazzo, nel quartiere Talenti, una sera di quindici anni fa. «Avevamo appena iniziato a frequentarci – racconta Lidia Merlo, 69 anni – ma lei era stata categorica.
Usciva da una storia lunga, complicata, e non voleva più saperne: la nostra poteva essere soltanto un’amicizia». Lidia, però, non si arrende. «Ho comprato una bomboletta spray e sono andata sotto casa sua – ricorda – . Erano le tre di notte e mi tremavano le mani. Pensavo: “Se qualcuno mi vede e chiama la polizia”? Non so dove ho trovato il coraggio». Come è stato svegliarsi con quel messaggio? «Nella mia vita sono stata molto amata – confessa Maria Laura Annibali, 72 anni, presidente dell’associazione Di’ gay project – ma nessuno aveva mai osato tanto. Da allora non ci siamo più lasciate».

Il prossimo 23 novembre la loro unione civile a Santa Maria in Tempulo, la chiesa sconsacrata del Comune vicino alle Terme di Caracalla. Ieri, la prova degli abiti nell’atelier Celli di Pavona: smoking bianco per entrambe. «Era il mio sogno – rivela Lidia – . La prima volta indossavo un vestito lungo di pizzo attillato». A consigliarle nella scelta degli accessori – bouquet e pochette arcobaleno – la titolare, Maria Celli, che gestisce l’azienda di famiglia. «La clientela gay – ricorda – ha iniziato ad affacciarsi a metà degli anni Ottanta. Erano tutti uomini e volevano abiti da donna, ma le operaie erano impreparate, non sapevano come adattarli ai loro corpi. Così li facevo venire dopo le sette di sera per prove a porte chiuse». Fare coming out non è stato facile neppure per Maria Laura, che adesso è orgogliosa di essere la «nubenda più grande d’Italia».

«Quando la mia ex compagna mi telefonava in ufficio – racconta – fingevo che fosse la segretaria del mio amante. Se nell’ambiente di lavoro si fosse saputo non lo avrebbero mai accettato… Soffrivo così tanto che ho deciso di dimettermi per dedicarmi all’attivismo e al volontariato: animali, poveri, banco alimentare». Lidia, già separata in casa, dopo 35 anni di matrimonio trova la forza di ricominciare. Da sola. «Ho lasciato tutto: un appartamento all’Eur con doppio terrazzo per un buco di 40 metri quadrati. Quando ho traslocato avevo solo tre valigie». Conosce Maria Laura al Gay village di Testaccio, una sera d’agosto del 2001: «Avevo notato la pubblicità su un giornale e mi ero incuriosita». Vincendo la timidezza, si avvicina a un banchetto.

La notizia è stata ripresa anche dal sito di informazioni LGBT gay.it