La rivista Il paese delle donne on line presenta l’intervista on line a Maria Laura trasmessa sul canale Youtube dell’Associazione.
L’intervista è a cura di Maria Paola Fiorensoli
Attivista Femminista Lgbtqi+
Video
Sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne Maria Paola Fiorensoli ha intervistato Maria Laura.
La rivista Il paese delle donne on line presenta l’intervista on line a Maria Laura trasmessa sul canale Youtube dell’Associazione.
L’intervista è a cura di Maria Paola Fiorensoli
La poeta dei Navigli: il manicomio le rivela la grande potenza della vita
PRESENTA
Giovanna Albi
LEGGE
Sabina La Manna e Angelica Onorato
PARTECIPA
Maria Laura Annibali
Un video con il montaggio di foto dell’evento.
Convegno in memoria di Adele Faccio
L’evento è stato organizzato da Associazione Culturale L’Alternativa.
Sono intervenuti: Massimo Gazzè (presidente dell’Associazione Culturale L’Alternativa), Imma Battaglia, Sergio Rovasio (consigliere generale del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito), Maria Laura Annibali (presidente dell’Associazione Dì Gay Project), Orsola Severini (scrittrice), Virginia Pishbin (medico e membro dell’Associazione Giovani Iraniani Residenti in Italia).
L’intervento di Maria Laura
Sono stati discussi i seguenti argomenti: Aborto, Archivio, Arresto, Autodeterminazione, Bonino, Censura, Cisa, Cultura, Democrazia, Diritti Civili, Diritti Umani, Disobbedienza Civile, Donna, Faccio, Famiglia, Femminismo, Giornalismo, Informazione, Integralismo, Iran, Islam, Italia, Legge, Legge Elettorale, Libro, Medici, Nonviolenza, Obiezione Di Coscienza, Omofobia, Omosessualita’, Ospedali, Pannella, Partiti, Partito Radicale, Partitocrazia, Politica, Proporzionale, Psicologia, Resistenza, Riforme, Sessualita’, Societa’, Stato, Storia, Totalitarismo, Unioni Civili.
Questo il tema dibattuto nel corso dell’incontro su Facebook organizzato dalla giornalista indipendente Dale Zaccaria.
Attraverso le opere, i lavori, l’attivismo di Maria Laura Annibali affronteremo i temi dei diritti e delle conquiste e le conquiste ancora da percorrere ed ottenere.
Con Patrizia Lomuscio parleremo della violenza del patriarcato sulle donne e delle dinamiche di violenza nelle relazioni affettive significative, per affrontare con Titty Merafina il tema della pornografia lesbica come frutto di un desiderio del tutto maschile e maschilista, visione patriarcale di potere, controllo e oggettificazione della donna, dove la relazione tra donne è svuotata di qualsiasi valore amoroso sentimentale. Modera Dale Zaccaria giornalista indipendente.
Venerdi 29 Ottobre ore 18,00 #paginagiornalismoindipendente
Il video dello streaming:
https://www.facebook.com/giornalistagnspress/videos/846022279409867
Una storia che, insieme a tanti altri racconti di amore, odio, coming out, ricerca di sé, è diventata protagonista di Beyond the Rainbow, la campagna globale interattiva di H&M che sostiene il Pride e la comunità LGBTQIA+.
La nota griffe svedese per la propria campagna pubblicitaria mondiale a sostegno della comunità LGBTQI+ ha scelto anche Maria Laura e Lidia come testimonial.
https://beyondtherainbow.hm.com/
La campagna è caratterizzata da un’applicazione per smartphone.
La campagna di H&M Beyond the rainbow su Vanity Fair con intervista a Maria Laura.
Articolo-intervista di Laura Scafati per Vanity Fair
Maria Laura Annibali e Lidia Merlo hanno tenuto il loro amore nascosto per 15 anni. Tre lustri di sofferenze, bugie, smarrimento. Fino a quando la forza della loro unione ha prevalso su condizionamenti familiari e religiosi, pregiudizi e ripercussioni sul posto di lavoro.
Oggi, le due, sposate dal 2016, vivono la propria relazione alla luce del sole, orgogliose di raccontare la propria storia al mondo. Una storia che, insieme a tanti altri racconti di amore, odio, coming out, ricerca di sé, è diventata protagonista di Beyond the Rainbow, la campagna globale interattiva di H&M (qui per accedere e conoscere tutti i protagonisti) che sostiene il Pride e la comunità LGBTQIA+. Un progetto, quello del colosso svedese, nato per ispirare gli individui a conoscere, condividere, e sostenere i valori fondamentali di diversità, uguaglianza e trasparenza. Ma soprattutto un invito, quello di guardare oltre il mero arcobaleno per scorgere e toccare con mano reali storie di vita. Come quella di Maria Laura e Lidia.
La video-intervista di Maria Laura e Lidia.
Nel video per la campagna di H&M raccontate il dolore di un amore tenuto nascosto per tanti anni. Che cosa vi ha spinto, a un certo punto, a uscire alla luce del sole?
M.L.: «Ho nascosto la mia vera identità per 23 anni quando stavo con la precedente compagna, e poi per altri 15 quando mi sono messa con Lidia. All’epoca della prima relazione, intorno agli anni Settanta, avevo un ruolo pubblico, ero una donna conosciuta, non potevo dire che stavo con un’altra donna sebbene ci convivessi. Ma dentro soffrivo, tanto. Poi un giorno ho detto basta. Mi sono resa conto che non potevo andare avanti in questo modo e così, nonostante avessi un lavoro importante, rassegnai le dimissioni. Lo feci per amore. Poi la mia ex mi lasciò e mi ritrovai senza lavoro e senza amore. Ma non mi pentii. Mi dissi: perché mi devo nascondere?»
Che cosa fece allora?
«Nel 2000 iniziai a prendere i primi contatti nel World Gay Pride, ma sempre in sordina. All’inizio mi vergognavo, tanto che partecipai alla parata del Pride sotto la bandiera degli animalisti, anche perché lo ero e lo sono tuttora, senza dire niente a nessuno. Da lì iniziò il mio graduale percorso di coming out.»
A quel punto la sua strada si incrocia con quella di Lidia…
L: «Io mi sono sposata, ma senza esserne veramente consapevole. Ho avuto anche una figlia. Ma in quegli anni dentro di me percepivo dolore, perché mi rendevo sempre più conto che non era quella la mia strada. A me piacevano le donne. Ho soffocato questo desiderio per i condizionamenti familiari e religiosi con i quali sono cresciuta, fino a che un giorno, per caso, leggendo il giornale, vidi che parlavano del Gay Village. Non sapevo niente di questo mondo, ne ero completamente fuori, ma la cosa mi incuriosì e dissi: voglio andarci.»
Ci andò?
«Il primo giorno andai, ma per vergogna non entrai. Poi mi fai coraggio e tornai il secondo giorno. Chiesi di parlare con qualcuno per potermi confrontare, capirne un po’ di più. Mi risposero che organizzavano dei gruppi di auto-coscienza e ad occuparsene era proprio Maria Laura. Mi venne presentata, parlammo, e fu un colpo di fulmine. Me ne innamorai all’istante. Lei all’inizio era molto reticente, non ne voleva sapere, ma io le assicurai che avrei fatto di tutto per conquistarla e farle dimenticare la sua ex. Una sera comprai una bomboletta di vernice spray rossa, andai sotto casa sua alle tre di notte col rischio che mi arrestassero e scrissi per terra: «Laura ti amo appassionatamente e per sempre» con un cuore, una freccia e due gocce di sangue. Dopodiché la chiamai, e le dissi di scendere a vedere la sorpresa che avevo preparato per lei. Da lì iniziò la nostra storia.»
Nel video Maria Laura dice che, per nascondere il suo orientamento, ha raccontato a tutti di essere «l’amante» di un uomo in vista. Quanto pesava il giudizio altrui in quegli anni in cui lottavate interiormente tra «chi dovevate essere» e «chi veramente eravate»?
M.L.:«Non era tanto il giudizio altrui a pesare, ma quello di noi verso noi stesse. Ovvero, quella che si chiama omofobia interiorizzata. Noi stessi abbiamo paura di quello che siamo perché il mondo non ci aiuta ad esserlo, a tirarlo fuori. Ma non perché abbiamo incertezze o perplessità. Quando arrivi a maturare la consapevolezza di chi realmente sei, non sono i dubbi a farti paura, ma abbiamo comunque bisogno di tempo per dire e confessare a noi stessi chi siamo, e una società che ci osteggia non fa altro che frenare il percorso. In più il velato pubblico non aiuta certo la causa.»
Per tantissime persone, oggi, è ancora difficile fare coming out…
M.L.:«Sì, perché molti di noi hanno bisogno di un aiuto. Parlo di un aiuto globale, a livello politico. Se un gay o una lesbica vengono ingiuriati e la politica non fa niente per tutelarli è chiaro che molti preferiscano rimanere nell’ombra e non dichiararsi. A maggior ragione per coloro più anziani, magari sposati o con figli. A me e Lidia all’inizio è successa la stessa cosa. Lei era sposata, con una figlia, e io con un lavoro in Commissione Tributaria. Non potevamo fare altro che nasconderci, vivere nell’ambiguità, tanto che io ho raccontato a tutti, e soprattutto alla mia famiglia, che ero l’amante di un uomo in vista, avevo fatto anche nome e cognome. Fino a che, dopo quasi 15 anni, ci siamo liberate entrambe di questo fardello.»
Che sensazione avete provato?
«Di felicità, leggerezza, emozione. Finalmente provavamo la libertà.»
C’è qualcosa che non rifareste se poteste tornare indietro?
M.L. «Soffrire come ho sofferto. E soprattutto non aver detto subito a mia sorella, che purtroppo oggi non c’è più, che ero lesbica. La mia ex non voleva che la vedessi, la frequentassi, che andassi da lei. Chissà che cosa deve aver pensato di me…»
L.: «Non mi terrei tutto dentro. È stata una sofferenza enorme. Ho sbagliato col matrimonio, dovevo combattere contro i condizionamenti familiari e dire la verità, chi ero, che cosa provavo.»
Quale consiglio vi sentite di dare alle nuove generazioni e a chi sta lottando per i propri diritti e libertà?
L: «Parlare, parlare, parlare. Non soffrite! L’amore non ha sesso. L’amore è amore!»
M.L.: «Io non vorrei più vedere soffrire nessuno. A mio avviso la società, oggi, a differenza della politica, è più pronta e propensa ad ascoltare e ad apprezzare la diversità rispetto al passato. A non essere ancora pronti e predisposti sono i genitori. C’è bisogno di formazione nelle scuole, nei posti di lavoro. C’è necessità di aiutare le persone a capire, a prepararle, dare loro gli strumenti per imparare ad accettare e accogliere i percorsi e le scelte personali dei figli, e in generale dell’altro. C’è bisogno di raccontare, di parlare.»
La campagna di H&M, in questo senso, è stata un’importante opportunità per dare voce alla vostra storia
M.L.: «È stata un’esperienza bellissima e una preziosa opportunità. Ci siamo divertite tanto a farlo, soprattutto perché il fine di questo progetto è la nostra stessa missione di vita. Quella di battersi per le libertà e i diritti universali e mettere a tacere l’odio. Dove c’è amore non ci può essere peccato.»
Sulla pagina Facebook del Comune di Fiumicino la presentazione del libro di Maria Laura Annibali L’altra altra metà del cielo. Donne.
di Antonella Giordano
https://www.wordnews.it/discriminazione-di-genere-e-omotransfobia
Si parlerà di legalità e diritti in diretta sulla pagina Facebook del Comune di Fiumicino giovedì 20 maggio alle ore 18 in occasione della presentazione del libro di Maria Laura Annibali “L’altra altra metà del cielo. Donne” (Edizioni Croce) sul tema della discriminazione di genere e l’omotransfobia.
A parlarne in un incontro-confronto, in collaborazione con le associazioni Quote Merito e Humanae Vitae, saranno le personalità del mondo della cultura, delle istituzioni e della politica che su questi temi incentrano il loro impegno nell’affermarli sfidando le barriere dell’oscurantismo che sconfina nel negazionismo.
Interverranno la senatrice Monica Cirinnà, la delegata del sindaco alla Legalità Arcangela Galluzzo e il delegato ai Diritti Davide Farruggio. Dialogheranno con l’autrice il regista Filippo Soldi, l’archeologa Sandra Mazza, ed io. Modererà l’incontro la giornalista Sarah Panatta.
Maria Laura Annibali
Incontrare Maria Laura Annibali è, senza retorica, veramente un grande onore. Le sue opere, saggistiche, letterarie, cinematografiche esprimono senza veli lo spessore del suo impegno. Lasciano immaginare quanti sforzi ha richiesto e la loro misura, danno un’immagine nitida della tempra di Maria Laura.
Mi propongo di non riportarle tutte per non rischiare l’alluvionalità espositiva (sono veramente tantissime): nel repertorio presente sul web si profila una mole difficilmente compendiabile in modo esaustivo. Tutto di Maria Laura è leggibile al link https://www.marialauraannibali.it/chi-sono/. Mi limito a compulsare qualche pillola minima: Garante della Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio per due mandati, dal 2014 Presidente dell’Associazione DI’GAY Project. E’ stato il cuore pulsante della manifestazione nazionale del 5 marzo 2016 “Ora dritti alla meta!” che ha contribuito al via libera definitivo della legge Cirinna’ del 20 maggio 2016, prime firmatarie della legge sulle unioni civili. Ambasciatrice EuroGames Roma 2019 continua ad ottenere premi e riconoscimenti (ex multis: Premio speciale alla cultura – PhotoFestival di Anzio 2017, Premio alla sceneggiatura – Omovies Film Festival 2019.
Omotransfobia… quali diritti
Domina in ogni lavoro, tra le righe e fuori le righe, la statura di questa attivista, instancabile, determinata, concreta e fieramente schierata nell’affermazione della legalità contro l’eterosessismo socio-culturale che “legittima” le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali. Maria Laura Annibali conosce il contenuto del loro dramma non da mera osservatrice ma da protagonista perché ha sperimentato sulla sua pelle cosa significa essere omosessuale. Ne ha portato i segni in famiglia, nel lavoro, nella società. Ha così voluto far conoscere quanto tale realtà sia molto più complessa di quanto si possa immaginare e come la società giunga al punto di ignorarla, sbeffeggiarla, condannarla (è storia del secolo XIX e attuale le legislazioni che sanzionano l’omosessualità attraverso pene detentive, punizioni corporali o persino sentenze capital) con l’ostracismo ideologico e/o l’avversarialità pseudomedica dell’untore contro la virulenza patologica dell’appestato. L’omosessualità mai condivisa e mai difesa se non da pochi anni e grazie a chi, come Maria Laura Annibali, ha fatto della sensibilizzazione una ragione di vita. Sensibilizzare il mondo sulle tematiche inerenti il “mondo omosessuale”, sulla metà di un cielo ignorato e vilipeso che Maria Laura descrive, significa contrastare i processi di pensiero stereotipati nonché prevenire le pratiche discriminatorie.
Da quanto emerge nelle sue parole e nei suoi lavori – attraverso i quali si esprimono – la marginalizzazione vissuta da lesbiche e gay possiede caratteri peculiari rispetto a quella subita dalle altre minoranze oggetto di discriminazioni quali, ad esempio, quelle razziali, etniche, religiose, vittime di diverse forme di stigmatizzazione e sottoposte a situazioni stressanti ed atti discriminatori. A differenza degli altri soggetti emarginati l’assenza istituzionale, familiare, politica, sociale induce le persone omosessuali – e Maria Laura stessa ha dovuto farlo – al volontario nascondimento del proprio orientamento sessuale, al convincimento dell’inutilità delle tradizionali strategie difensive adottate da altri gruppi o minoranze nella comunità di appartenenza e delle stesse lotte per affermare i valori e la cultura specifici della minoranza nella quale si riconoscono. Ciò è ciò che le cronache e gli studi disvelano essere dietro le quinte.
La Annibali non si arrende ai paradigmi e alla problematicità del cammino attraverso il quale sviluppare la propria identità e in beffa al modello formativo/educativo codificato, che impone l’interiorizzazione della diversità di genere depauperatrice della stessa autostima, dichiara il proprio orientamento sessuale e lo ostende , senza farsi irretire dalla presenza o meno del sostegno sociale. Stando ai fatti, la sua è stata e continua ad essere una sfida vinta contro le insulse stigmatizzazioni del pregiudizio omofobico. E la sua vittoria è la vittoria di chi, con lei, rifiuta le morfologie sclerotizzate dell’oscurantismo radicato nella cultura delle differenze, di chi guarda alla pluralità come valore, ricchezza, opportunità e non, piuttosto, come minaccia, disordine, crisi, di chi afferma la depatologizzazione dei contesti olocausto delle diversità.
Con Maria Laura Annibali io ci sono.
Intervento in diretta on line
In occasione della ricorrenza della scomparsa di Adele Faccio avvenuta a Roma l’8 Febbraio del 2007, intorno alla figura di questa paladina dei diritti umani, protagonista delle battaglie civili degli anni Settanta e tra le prime propugnatrici del diritto all’autodeterminazione delle donne su materie riguardanti il proprio corpo, abbiamo chiamato a raccolta alcune protagoniste della nostra contemporaneità per discutere insieme di politiche di genere e di universo creativo femminile.
Organizzato da Cultur+ / Areneonline
Partecipano all’incontro:
Cristina Comencini | Regista, sceneggiatrice, drammaturga e scrittrice impegnata per i diritti civili e la parità di genere; Monica Nappo | Attrice e regista teatrale che ha interpretato Adele Faccio ne Il Segno delle Donne su RAI Storia; Cinzia Guido | Assessora alla cultura e alle pari opportunità del Municipio Roma I Centro; Anna di Francisca | Regista e sceneggiatrice; Barbara Cupisti | Attrice, sceneggiatrice e regista di documentari; Elisabetta Rocchetti | Attrice e regista;
Maria Laura Annibali | Documentarista e sceneggiatrice, presidente del Di’ Gay Project già Garante della Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio, tra le prime firmatarie e praticanti della legge sulle unioni civili
Veronica Piraccini | Titolare della Cattedra di Pittura della Accademia di Belle Arti di Roma; Annalisa Pellegrini | Presidente della Civica Scuola delle Arti di Roma; Simona Sarti | Artista e direttrice artistica; Catia Acquesta | Direttrice responsabile delle testate di Roma Mobilità di Roma Capitale, autrice del libro Mia o di nessun altro. Il lato impervio dell’amore e portavoce di Medea Associazione Contro la violenza di genere; Anna Silvia Angelini | Esponente dell’AIDE Associazione Indipendente Donne Europee, fondatrice del centro d’ascolto “Uscita di sicurezza” e autrice del libro La Violenza Declinata; Lucilla Colonna | Giornalista, critica cinematografica, sceneggiatrice e regista del lungometraggio Festina Lente dedicato alla figura di Vittoria Colonna poetessa del Rinascimento; Stefania Nardo | Sociologa autrice de Il Maschiometro un’analisi originale e variegata ma scientifica del maschio contemporaneo.
Intervengono: Sergio Rovasio | Fondatore dell’Associazione Certi Diritti e Consigliere Generale del Partito Radicale; Raffaele Rivieccio | Giornalista e storico del Cinema.
Modera:
Massimo Gazzè | Presidente del network Arene di Roma e dell’Associazione culturale L’Alternativa fondata da Adele Faccio di cui è stato segretario particolare nella X Legislatura.
Anche: https://arene.online/convegno-ilpoteredelcambiamento/?fbclid=IwAR2HErLxiM39pAX0-SejNV6D3nw4T8O2suC6zlzl2L5bAkZKttZPtozHSHc
Auguri… musicali !
L’augurio di Maria Laura in stile lockdown, ma sempre in prima linea per i diritti di tutte e tutti.
Recensione di Emanuela Dei
Pubblicato sul sito di informazione on line La città.eu
“Verso l’infinito e oltre” questo è il motto del robot futuristico Buzz Lightear in “Toy story”. Un modo avvincete per dire che i viaggi megagalattici non finiscono mai e che l’immaginazione di un bambino, insieme al suo giocattolo, può costruire infiniti mondi per reinventare la realtà.
Ma nel lavoro di Maria Laura Annibali, che è un documentario, non c’è la parola “oltre” ma “altra”. Ne “L’altra altra metà del cielo. Donne”, infatti, l’intento della creatrice non è quello di fantasticare, trasgredire andare “oltre” la pura realtà ma solo quello di raccontare storie di vita fatte di carne e sangue. Nei primi due documentari la regista aveva raccolto testimonianze di donne lesbiche, qui il discorso continua inglobando “l’altra” metà dell’universo queer: il mondo transessuale.
Annibali sceglie come filo della narrazione l’orientamento sessuale dei suoi testimoni. Che siano lesbiche o trans non importa, il filo rosso è l’amore, l’attrazione, il sentimento verso le donne senza preoccuparsi di determinare o cadere in stereotipi sessisti.
Per meglio spiegare questa affermazione Annibali propone la testimonianza di Valentina, nata donna, attratta delle donne e che, poi, ha deciso di transitare verso il sesso maschile. Alex cambia identità ma non l’oggetto d’amore. Anche Isabel, nata uomo, transita verso il sesso femminile ma per questo non smette di essere attratta dalle donne. E lo stesso è per Helena Velena che persegue, in maniera spasmodica, la ricerca della gioia e felicità nella sua esistenza.
L’obiettivo di Annibali in questo documentario è quello di annullare differenze, preconcetti e di dedicarsi solo alla pura evidenza dei fatti: abbiamo a che fare con persone, esistenze, che narrano le loro vite. Ognuna di queste è portatrice di dolore, lotte, coraggio e ricerca.
Il susseguirsi delle interviste è armonico e pacato: le domande dell’intervistatrice sono garbate e mettono a proprio agio i testimoni. Si capisce benissimo che dall’una e dall’altra parte c’è stima e rispetto. Nessuno scoop o domande trabocchetto, Annibali predilige un racconto basato sulla gentilezza, la fiducia e il passare del tempo che permettere ad ogni ospite di svelare la sua essenza.
Troviamo la testimonianza di Anna, ad esempio, poeta, che ci rivela quanto la società abbia condizionato e mal giudicato la sua diversità. È lei stessa a spiegarci il percorso per l’ accettazione della propria condizione in un paese intriso di modelli catto-patriarcale che non prevedevano alternative al dover essere madre, moglie o figlia.
C’è Edda Billi, poi, che durante il ‘69, insieme alle sue amiche dissidenti romane, ha trovato il coraggio di combattere, riscrivere e rivendicare i propri diritti. Il femminismo, racconta Billi, ha avuto la capacità raccogliere e mettere in rete migliaia di “streghe” destinate, individualmente al silenzio.
Nel racconto di Paola e Stella, invece, insieme da trentatré anni, viene affrontato il tema dell’amore maturo che ha abbandonato il cliché romantico del tormento e della dannazione. Loro sono una coppia stabile ed insieme hanno affrontato, e vinto, la malattia e la paura della perdita.
Al documentario ora in DVD, distribuito da Edizioni Croce, è stato abbinato un libro-compendio dove Antonella Montano, Sandra Mazza, Anna Paolucci e Antonella Succi propongono interessanti saggi sulle esperienze di vita registrate.
Sulla medesima testata anche una video-recensione di Emanuela Dei
In Piazza Montecitorio a Roma a sostegno del DDL Zan contro l’omotransfobia
Lunedì 3 agosto, il disegno di legge contro l’omotransfobia approda in aula alla Camera dei Deputati.
Per questo motivo alcune associazioni LGBTI+ hanno lanciato un evento dalle 11 alle ore 13:00, proprio davanti Montecitorio, a sostegno del DDL Zan.
“Nelle scorse settimane abbiamo visto come il tema dell’omolesbobitransfobia sia in grado di risvegliare gli animi peggiori fuori e dentro le aule parlamentari”, sottolineano gli organizzatori. “Quando si parla di violenza e di discriminazione omolesbobitransfobica si parla delle vite di milioni di persone. Si parla delle nostre vite, delle nostre sofferenze e del nostro orgoglio. Per questo vogliamo “salutare” l’inizio dell’iter alla Camera dei Deputati ricordando alla nostra classe politica che sui nostri diritti e sulle nostre vite non siamo disposti a fare nessun compromesso. Portate le vostre esperienze, i vostri corpi, la vostra rabbia e la vostra voce, sarà una lotta lunga e difficile e dovremo combatterla insieme. Contro l’omolesbobitransfobia, non un passo indietro!”.
In piazza Maria Laura c’è! (nel il video il suo intervento).
Iniziativa di mobilitazione a sostegno del disegno di legge Zan con l’omotransfobia.
L’Associazione AGEDO Roma prosegue il suo impegno invitando associazioni e persone LGBTQ+ ad aderire alla nuova iniziativa emblematica della campagna: “SPAZZA L’ODIO”.
Tutte e Tutti in piazza Pantheon alle ore 11.00 di Sabato 11 Luglio 2020 – indossando una maglietta o camicia bianca – per dire NO all’odio.
Afferma la Presidente di Agedo Roma Paola Corneli: “Il ddl Zan contro l’omostransfobia e la misoginia è una parte fondamentale per proseguire Tutte e Tutti insieme verso la pace. Siamo stanchi di temere per i nostri figli e le nostre figlie. Ci addolorano gli attacchi fisici e verbali che sono costretti continuamente a subire. AGEDO Roma lancia un appello a tutte le persone LGBTQ+ ed a tutta la cittadinanza che vuole lottare contro le ingiustizie, affinché questo momento così delicato di possa vivere insieme.
“A tutti gli altri” – chiosa la Presidente di Agedo Roma – “diciamo guardateci. Le nostre figlie e i nostri figli sono i vostri amici, i vostri vicini di casa, i vostri medici, un popolo di professionisti che lavora con voi. Tutti diversi e tutti uguali”.
Anche Maria Laura ha portato il suo supporto. Nel video il suo applaudito intervento:
Maria Laura intervistata sull’iniziativa dei balconi per vincere l’isolamento e la depressione da quarantena
CONNESSIONI SOLIDALI – Puntata 30
Conduce NADIA GERMANO
Ospiti: BRUNO PERNICH, istruttore fitness – ALESSIA ZEFERINO, Giornalista – In Collegamento Telefonico da Roma MARIA LAURA ANNIBALI, attivista per i diritti LGBT, documentarista e presidente DI’GAY Project (dal minuto 28)
CONNESSIONI SOLIDALI va in onda ogni lunedì, martedì, giovedì e venerdì, sulla pagina facebook “EVENTI E MANIFESTAZIONI NO PROFIT SIRACUSA“
Maria Laura ha trasformato un evento temporaneo in un presidio umano permanente.
Su PaeseRoma.it il 5 aprile 2020
Roma, quartiere Talenti, la quarantena causata dal coronavirus è iniziata con una settimana di flash mob dai balconi di tutta la città, oggi a distanza di più di venti giorni c’è ancora qualcuno che fa del flash mob un appuntamento quotidiano e irrinunciabile.
Maria Laura Annibali, 75 anni, presidente Di’ Gay Project: «Da quando sono in quarantena, insieme a condomini e amici e sconosciuti, ci ritroviamo,sui balconi, nonostante ampie distanze, due volte al giorno una alle ore 12:00, per fare quattro chiacchiere, e una alle 17,30 per cantare motivi vari compreso delle mini cover inventate da mia moglie e dalla sottoscritta».
Grazie agli impianti acustici, come riferito da Maria Laura, riescono a coinvolgere palazzi anche lontani dal loro, creando una nuova forma di quotidianità, non solo con le persone già amiche e ben conosciute, ma anche con gente che prima conoscevano solo di vista o non conoscevano affatto, abbattendo ogni ostacolo legato alla diversità comunemente presente nella quartiere, quale ricco-povero, bianco-nero, etero-gay, giovane-anziano, cristiano-ebreo…
Nel Municipio III di Roma il flash mob di Laura ha suscitato interesse:
Il 27 gennaio, dalle 10 alle 13, nella Sala Rossa di Piazza di Cinecittà 11, un incontro, aperto alle scuole e alla cittadinanza, dal titolo “Le donne e l’olocausto dimenticato, storie di coraggio e di speranza“.
L’iniziativa nasce all’intero del progetto municipale di costruzione della Comunità educante diffusa territoriale e arricchisce la rassegna capitolina “Memoria genera futuro”.
L’iniziativa, aperta alle scuole e a tutta la cittadinanza, è stata organizzata per il 27 gennaio 2020 nella Sala Rossa di Piazza di Cinecittà 11 dal Municipio Roma VII nell’ambito dei progetti “Comunità educante diffusa” e “LegAmi al territorio”.
Si parte alle 10 con il coro delle scuole medie I.C. Raffaello e Ponte Linari Scuola di Musica e si prosegue con una tavola rotonda dal titolo “Le donne e l’olocausto dimenticato, storie di coraggio e di speranza” a cui parteciperanno Malena Halilovic, di Romà Onlus, Marina Pierlorenzi dell’ANPI, Leila Daianis, dell’Associazione Libellula, Maria Laura Annibali di Di’Gay Project , Simonetta Giustini del Centro diurno Cinecittà DSM ASLRoma 2 e l’artista Valeria Catania.
L’intervento di Maria Laura