10 storiche attiviste lesbiche

Maria Laura tra di esse.

In occasione della Giornata Internazionale della Visibilità Lesbica, il 26 aprile, il sito di informazione LGBTIQ+ Gay.it, ha pubblicato la lista di 10 storiche attiviste lesbiche che hanno fatto la storia della comunità.

Dieci donne queer che in Italia hanno lottato con il loro attivismo, e la cui storia è bene ricordare.

Il movimento lesbico in Italia è partito relativamente più tardi rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti, ma non per questo è stato meno grandioso, meno importante e meno di successo. L’attivismo in Italia nasce negli anni Settanta, più precisamente nel 1971, quando Mariasilvia Spolato fondò il Fronte di Liberazione Omosessuale (FLO), movimento poi confluito nel Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano (F.U.O.R.I.) e insieme ad Angelo Pezzana fondò la rivista Fuori! .

L’articolo di Ileana Dugato

Maria Laura Annibali appende il calendario dedicato alle famiglie non convenzionali

È successo nell’agenzia viaggi romana Alice e la Luna.
http://latribunadiroma.it/maria-laura-annibali-appende-il-calendario-dedicato-alle-famiglie-non-convenzionali/.

Maria Laura Annibali, presidente Di’Gay Project, si presenta in agenzia con la sciarpa colorata e uno dei suoi inconfondibili cappelli. In mano un calendario molto particolare, un calendario che sprigiona il calore del focolaio umano, esprimendolo tramite la dimensione della famiglia non tradizionale.

[Si tratta del calendario Codacons 2022 con le foto di Tiziana Luxardo - NdWm].

È un regalo per Massimo Bellocchio, titolare dell’agenzia, che da anni espone una bandierina LGBT sulla vetrina e ci accoglie dicendo «Me l’ha data il tour operator è lui che è specializzato nei viaggi e conosce le destinazioni che meglio riescono a ospitare i clienti» spiega inoltre che non tutte le strutture sono uguali e che non basta avere una cognizione generale della destinazione, serve anche una conoscenza della singola struttura della sua capacità «di far sentire i clienti coccolati e a loro agio», in fondo ospitare non è soltanto fornire pasti, alloggi e spiagge.

Maria Laura Annibali presso agenzia Alice e la Luna

Maria Laura, ha personalizzato il calendario con una dedica all’agenzia raccomandandosi che lo avrebbe voluto trovare appeso al muro, Massimo aveva già il martello e il chiodo pronti, e li abbiamo colti in uno scatto molto simbolico ed evocativo.

Il riconoscimento dell’affetto e simpatia manifestato da una comunità che non sempre è trattata nel migliore dei modi apre la porta a una speranza, quella di avere un mondo in cui cadono molte discriminazioni e in cui si pensa maggiormente all’umanità di ogni singolo individuo senza permettere alle differenze di diventare fonte di contrasti e incomprensioni tra esseri umani.

La cultura non deve avere nessuna barriera

Sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne Maria Paola Fiorensoli ha intervistato Maria Laura.

La rivista Il paese delle donne on line presenta l’intervista on line a Maria Laura trasmessa sul canale Youtube dell’Associazione.

L’intervista è a cura di Maria Paola Fiorensoli

Sui maxi led Urban Vision / 2

IL PUNTO DI VISTA DI ANTONELLA GIORDANO. «E’ un auspicio convenzionale quello che campeggia sui maxi led di Roma e Milano.»

https://www.wordnews.it/gli-auguri-sui-maxi-led-delle-grandi-citta-la-differenza-e-contro-la-violenza

di Antonella Giordano

Gli auguri sui maxi led delle grandi città: la differenza è contro la violenza Roma, via del Corso

Lascio che siate voi a giudicare. L’ingresso del nuovo anno si presta alle stucchevoli mieline che notoriamente non temono rivali. Il brutto appartiene al passato e dall’ora zero del primo dell’anno scatta il delirio delle cifre espressive. Complice la bacchica effervescenza, ovunque è uno sciorinare di trionfalismi. Considerando che il ricalco cronologico spaziale è imperante è legittimo chiedersi quanto corrisponda ad un autentico anelito del cuore. Ciò vale nei rapporti familiari e in quelli sociali e raggiunge iperboli in quelli imposti da vincoli dove il re nudo lo si lascia avanzare,  salvo poi schernirlo “nelle sedi competenti”.  E voglio pensare che la  magnifica pellicola di Mario Monicelli, del 1992 ma mostruosamente attuale, non a caso abbia dato voce agli aspidi della human generation proprio in occasione delle celebrazioni natalizie

Buon anno di pace, serenità, salute. Positività a gogò salvo l’ultima per la quale la positività è una iattura. Quelli che consuetudinariamente ammortizzano il “deficit buono” si limitano ad augurare pace e amore. 
E qui mi si consenta una riflessione. Un bambino pronuncia la parola amore con il sorriso e riesce a sorridere anche se ciò che gli fa da cornice non può proprio definirsi come la reggia di Alì Babà. Basta rassegnare lo snodo generazionale perché “pace e amore” sembrino evocare miraggi, schegge di luce lontana che mai e poi mai contamineranno l’abulia che segna lo sguardo, le ferite del corpo e dell’anima.

Perché questa riflessione? Perché tra la messaggistica pulvicolare dilagante mi sono imbattuta nel più bell’augurio che potessi immaginare: La differenza è contro la violenza on air sui maxi schermi Urban Vision di Milano e Roma per tutto il periodo delle festività. 

Rimarca quello diffuso il 25 novembre scorso con una nota a mio avviso più decisa: alla violenza si oppone la differenza. Riconosco tra le immagini Maria Laura Annibali e sua moglie Lidia strette in un tenero abbraccio per ricordare al mondo cosa significa amore. Per ricordare quanto sono incredibilmente speciali le persone originali! Quelle  persone che si rifiutano di camminare lungo percorsi predefiniti. Le persone che si mettono in gioco con i propri talenti malgrado la stagione anagrafica. Le persone per le quali la diversità è ricchezza e non problema. 

Sono tanto belle queste persone che hanno la capacità di mettere in crisi i dogmi, che riescono a penetrare il senso profondo dell’esistenza umana per donare al mondo il meglio di sé, che hanno sempre una storia straordinaria da raccontare. 
Persone come Maria Laura Annibali e sua moglie che ricordano, con il loro modello di vita, cosa sono i diritti umani. Sì, i tanto sbandierati diritti umani di cui pochissimi sanno quanti e quali siano. I più sensibili riescono a darne una definizione ma se gli si chiedesse di fornirne un elenco quasi sicuramente dimenticherebbero che vi rientrano quelli al rispetto per le diversità. Quelli comunemente definiti di terza generazione e non per farne una categoria residuale bensì cronologica. Quelli riguardanti la collettività, i diritti che proteggono le categorie vulnerabili, come ad esempio le donne, le persone LGBTQI+, i bambini, i rifugiati ed i migranti, oltre al diritto alla pace, allo sviluppo, all’assistenza umanitaria ed alla protezione dell’ambiente.

La peculiarità di questi diritti di terza generazione sta nel fatto che si tratta di  diritti che prevedono obblighi di non ingerenza da parte dello Stato, come quelli di prima generazione, ma anche un intervento attivo da parte dello Stato stesso tramite legislazioni specifiche al fine di garantire il godimento di uguali diritti a tutti i cittadini. Malgrado ciò nella legislazione nostrana non sembrano figurare tra le priorità. 
Ma questa è un’altra storia.

Nel messaggio di auguri diffuso da Urban Vision io voglio leggere che nessuno ha il diritto di sottomettere l’altro a sé e alle proprie idee. Ognuno dovrebbe rispettare la diversità e vedervi sempre un valore, un mondo da scoprire e non da conquistare. Il messaggio è evidente. Meno evidente e comprensibile è la sua “gestione” per il fine che si prefigge di veicolare. Cerco di spiegarmi meglio. 
Non ho trovato sul sito della Urban Vision un comunicato che supportasse valorialmente ciò che scorre lungo i video. E questa è la nota deludente, se non parossistica

Gli auguri che scorrono svelando il flusso di immagini e scene familiari credevo volessero raccontare l’amore nella sua forma più estesa ed inclusiva possibile, incentrandosi nelle molteplici forme che assume. Maria Laura Annibali che ho riconosciuto io, come i molti che la conoscono, dopo una vita spesa al servizio dello Stato, in una stagione in cui le energie e le forze sarebbero legittimate  a fruire della gioia della tranquillità, avrebbe meritato una diversa attenzione. 

Dopo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne una campagna di comunicazione finalizzata a contrastare la violenza in tutte le sue forme, compresa quella causata dalla disparità di genere (geneder gap, pay gap, inclusivity gap ed altre ancora) attraverso l’immagine avrebbe potuto essere il miglior augurio di buone feste se condotta con stile. 
Lo stile è un concetto di difficile definizione. Le sole affermazioni condivisibili sono che stile e linguaggio qualificano lasciando un segno nel tempo.

Provo molta tristezza nel dover troppe volte riconoscere che lo stile nella comunicazione si traduce spesso in una mostruosa mancanza stile.

Sui maxi led Urban Vision

Maria Laura e Lidia per trasmettere l’augurio più importante di tutti la differenza è contro la violenza. Foto di Melissa Ianniello.

Una nuova campagna sociale per il Gruppo 25 Novembre, insieme ad Urban Vision: “La differenza è contro la violenza”, un augurio di Buone Feste che celebra la diversità nelle principali piazze di Roma e Milano per tutto il periodo delle festività.

Sui maxi led di Urban Vision, digital media company leader nei restauri sponsorizzati, gli auguri scorrono svelando un flusso di immagini e scene familiari che raccontano l’amore nella sua forma più estesa ed inclusiva possibile. Perché se è vero che le feste sono il periodo dell’anno dove si torna in famiglia, è vero altrettanto che esistono molti tipi di famiglie e modi diversi di celebrarle.

Grazie al contributo di fotografi professionisti e amatoriali, la campagna celebra l’amore e la diversità in moltissime forme e da diverse parti del mondo, opponendosi alla violenza e la discriminazione. La differenza viene omaggiata attraverso scatti gioiosi, disegni e ritratti che sensibilizzano l’audience all’inclusione.

Dopo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Gruppo formato da Antonella Centra, Serena Dandini, Gianluca De Marchi, Michela Di Biase, Giulia Minoli e Chiara Valerio, – costituito proprio in occasione della ricorrenza del 25 Novembre -, promuove nelle principali piazze di Roma e Milano, una campagna di comunicazione finalizzata a contrastare la violenza in tutte le sue forme, compresa quella causata dalla disparità di genere (geneder gap, pay gap, inclusivity gap ed altre ancora).

Per le immagini della campagna si ringraziano: Gianluca Abate, l’Archivio Salani, Eleonora Calvelli che ha partecipato con alcuni scatti del suo progetto fotografico a lungo termine sulle famiglie LGBT in Italia, partocinato da Amnesty International, e ancora Stefano Funari, Melissa Ianniello con una fotografia tratta da “Wish it Was a Coming Out”, lavoro iniziato nel 2018 e tuttora in corso su omosessualità e terza età nell’Italia di oggi, e infine Matilde Nastasi e Nicole Michalou per Pexels.

Melissa Ianniello con una fotografia tratta da “Wish it Was a Coming Out”, lavoro iniziato nel 2018 e tuttora in corso su omosessualità e terza età nell’Italia di oggi.

Auguri per le feste al DGP

Libri e poesie con gli auguri per le Feste! Con la presentazione del Calendario Dove c’è cuore c’è Casa.

Il 18 Dicembre dalle 18.00 @DGP

Una festa culturale per farci gli auguri di buone feste e buon anno.
Porta i libri e/o le poesie che vuoi condividere, oppure vieni a salvare qualche libro presente nella nostra collezione.

Presentazione del Calendario Codacons

Durante l’evento verrà presentato il Calendario Codacons 2022Dove c’è Cuore c’è Casa by Tiziana Luxardo

Partecipando avrete l’occasione di avere nelle vostre case, nei vostri luoghi di lavoro, il calendario più inclusivo del 2022, ogni mese una bellissima foto con un diverso tipo di famiglia!

Tesseramento 2022

Sarà anche l’occasione per fare la tessera di DGP! Con la quale, oltre a sostenere le attività delle associazione, potrai partecipare a tutte le attività culturali e sociali che si svolgeranno presso la nostra sede fino al 31/12/22.

Il vostro eventuale contributo andrà a sostegno dei progetti sociali e culturali di DGP.

Un video con un fotomontaggio di momenti dell’evento.

Calendario Codacons 2022

Famiglie omogenitoriali, allargate, gay, lesbo, trans, con figli o senza nel nuovo calendario firmato Tiziana Luxardo che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

Video del backstage – Tiziana Luxardo, la sua équipe con i “modelli” e le “modelle” al lavoro sul set fotografico

Codacons e Tiziana Luxardo organizzano la  Conferenza Stampa di presentazione del

CALENDARIO CODACONS 2022
un progetto a cura di Tiziana Luxardo

Martedì 23 novembre ore 11.00

presso la Casa Internazionale delle Donne Via della Lungara, 19 Roma

Il calendario Codacons 2022 è frutto della lunga collaborazione tra Codacons e Luxardo che ha portato, negli anni, alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione su importanti tematiche sociali. Con questo nuovo progetto, dal titolo “Dove c’è cuore c’è casa”, si vuole tracciare, attraverso dodici scatti in bianco e nero con un unico elemento di colore dato dalla cornice, si vuole tracciare una nuova geografia della famiglia italiana, più reale e meno convenzionale, che racconta nuove forme di affettività, di complicità e anche di genitorialità. Al centro del lavoro dell’artista come sempre i temi sociali, in questo caso trattati non da un punto di vista ideologico ma emozionale ed empatico.

Interverranno:

Carlo Rienzi, Presidente Codacons
Marco Ramadori, Copresidente Codacons
Tiziana Luxardo, Curatrice del Calendario Codacons 2022
Patrizia Mirigliani, Patron del Concorso di Bellezza Miss Italia
Maria Laura Annibali, Presidente Di’ Gay Project – DGP
Edda Billi, Presidente onorario AFFI e fondatrice “Casa Internazionale delle Donne”
Antonio Guidi, Ex Ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale

Presenti, inoltre, alcuni dei soggetti ritratti nei dodici scatti che compongono il calendario.

Video dell’evento del 23 novembre 2021

IL mese di ottobre

Maria Laura e Lidia per il mese di ottobre

Fotomontaggio dell’evento dedicato a Maria Laura e Lidia

Per sfogliare il calendario:
https://www.gay.it/codacons-calendario-2022-famiglie-arcobaleno

La rassegna stampa: https://codacons.it/category/rassegna-stampa/

Libertà e diritti

Convegno in memoria di Adele Faccio

L’evento è stato organizzato da Associazione Culturale L’Alternativa.

Sono intervenuti: Massimo Gazzè (presidente dell’Associazione Culturale L’Alternativa), Imma Battaglia, Sergio Rovasio (consigliere generale del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito), Maria Laura Annibali (presidente dell’Associazione Dì Gay Project), Orsola Severini (scrittrice), Virginia Pishbin (medico e membro dell’Associazione Giovani Iraniani Residenti in Italia).

L’intervento di Maria Laura

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Aborto, Archivio, Arresto, Autodeterminazione, Bonino, Censura, Cisa, Cultura, Democrazia, Diritti Civili, Diritti Umani, Disobbedienza Civile, Donna, Faccio, Famiglia, Femminismo, Giornalismo, Informazione, Integralismo, Iran, Islam, Italia, Legge, Legge Elettorale, Libro, Medici, Nonviolenza, Obiezione Di Coscienza, Omofobia, Omosessualita’, Ospedali, Pannella, Partiti, Partito Radicale, Partitocrazia, Politica, Proporzionale, Psicologia, Resistenza, Riforme, Sessualita’, Societa’, Stato, Storia, Totalitarismo, Unioni Civili.

Donne e omosessualità tra diritti visibilità e conquiste

Questo il tema dibattuto nel corso dell’incontro su Facebook organizzato dalla giornalista indipendente Dale Zaccaria.

Attraverso le opere, i lavori, l’attivismo di Maria Laura Annibali affronteremo i temi dei diritti e delle conquiste e le conquiste ancora da percorrere ed ottenere.

Con Patrizia Lomuscio parleremo della violenza del patriarcato sulle donne e delle dinamiche di violenza nelle relazioni affettive significative, per affrontare con Titty Merafina il tema della pornografia lesbica come frutto di un desiderio del tutto maschile e maschilista, visione patriarcale di potere, controllo e oggettificazione della donna, dove la relazione tra donne è svuotata di qualsiasi valore amoroso sentimentale. Modera Dale Zaccaria giornalista indipendente.

Venerdi 29 Ottobre ore 18,00 #paginagiornalismoindipendente

Il video dello streaming:
https://www.facebook.com/giornalistagnspress/videos/846022279409867

Intervista a La voce di New York

Con Lisa Bernardini

https://www.lavocedinewyork.com/arts/spettacolo/2021/09/12/maria-laura-annibali-e-lidia-unamore-clandestino-lontano-dalla-luce-per-15-anni/

di Lisa Bernardini

(Foto di Melissa Ianniello, immagine tratta dal progetto Wish it Was a Coming Out)

Maria Laura Annibali, la romana volitiva ed energica di cui state per leggere l’intervista, e che il prossimo 21 settembre compirà 77 anni, l’ho conosciuta nel 2017, insieme alla poetessa ed attivista Edda Billi, vera icona vivente della comunità lesbica romana, ma non solo (Edda negli Anni ’50, vorrei accennarlo, ha rischiato di perdere addirittura la vita per mano di suo padre, quando decise di parlare alla famiglia della sua omosessualità). Altri tempi: uscire alla luce del sole con certe verità era un atto di eroismo.

Entrambe ho fortemente voluto premiarle in una manifestazione culturale italiana di cui ero direttore artistico, riconoscendone l’attivismo infaticabile in tante battaglie di una intera vita. Da allora la sottoscritta, da eterosessuale che ha sempre nutrito un forte impegno civile, è diventata amica anche di Lidia (moglie di Maria Laura), e di tante altre esponenti del Movimento LGTB in Italia. Quando ho incontrato la prima volta Maria Laura, era stata approvata la Legge Cirinnà, e con Lidia era sposata da pochi mesi, coronando un sogno che le vede felici ancora oggi.

Una storia d’amore, quella tua con Lidia, che dura da tantissimi anni. Cominciamo dal momento esatto in cui vi siete conosciute: in quale occasione?

“Ci siamo conosciute a Roma, al Gay Village di Testaccio”.

Tua moglie Lidia è stata sposata prima di te con un uomo, e da quel matrimonio è nata una figlia. Che rapporti hanno oggi madre e figlia? Ed in generale: come è stato possibile conciliare un passato così importante nella vostra nuova vita di coppia?

Lidia mi ha fatto conoscere la figlia dopo qualche anno, e i rapporti con lei sono ottimi. Mia moglie, dopo aver confidato alla figlia il suo orientamento sessuale, si è sentita libera e compresa. Oggi i fantasmi brutti del nostro passato li  abbiamo lasciati entrambe alle nostre spalle”.

Come avete fatto a vivere questo amore, che è stato clandestino e lontano dalla luce per ben 15 anni?

“Purtroppo è stato clandestino perché, dopo la separazione di Lidia, sono cominciate le pratiche di un divorzio lunghissimo, dove è intuibile fosse abbastanza pericoloso farci vedere insieme. Noi, però, non ci siamo mai arrese; evitavamo solo che i fotografi o le televisioni ci riprendessero. E’ stato un periodo, sotto questo profilo, di grande attenzione: eravamo molto controllate fuori, ma dentro di noi questo non ha impedito che il nostro sentimento continuasse a crescere. Lidia, quando vedeva qualche fotografo o operatore, si mescolava con i nostri amici, ecco”.

In occasione del Premio Speciale Cultura a Maria Laura Annibali ed Edda Billi nell anno 2017 alla manifestazione Photofestival Attraverso le Pieghe del Tempo

Proviamo a raccontare il momento in cui avete fatto coming out dopo tanti anni di buio.

“Arrivato il divorzio di Lidia, il quotidiano Il Messaggero mi fece una intervista con lei accanto, e ci fotografò entrambe. In quella occasione io dichiarai che sarei stata una delle prime donne ad unirmi civilmente. Per fortuna, la figlia di Lidia già mi aveva conosciuto e aveva accettato il nostro rapporto, quindi non rimase sbalordita di questa mia dichiarazione (al contrario di qualcun altro!)”.

L’inizio della vostra storia assomiglia davvero ad un romanzo, e vorrei accennarlo. Che dichiarazione ti ha fatto per convincerti a mettervi insieme?

“Ricevetti una telefonata da Lidia ormai 20 anni fa, alle 3 di notte, che mi sollecitava a scendere per vedere la sorpresa che mi aveva fatto quasi sotto casa. Le risposi se fosse pazza!!! Le promisi comunque che di prima mattina, il giorno seguente,  sarei andata a vedere. Sono stata una donna molto amata nella mia vita, ma nessuno mai aveva scritto  di notte, su un muro del mercato di fronte alla mia casa, la frase Laura, ti amo appassionatamente e perdutamente, accompagnando la scritta con un cuore trafitto da una freccia con le nostre iniziali  e tre goccette di vernice rosso sangue vicine! Come avrei potuto mai non accogliere questo amore? E così ho fatto. Per fortuna”.

Il giorno del matrimonio tra Maria Laura e Lidia

Quando vi siete sposate, finalmente?

“Il 23 novembre 2016, e non potevamo che suggellare così il nostro legame sentimentale,  visti gli anni di battaglie a favore delle unioni civili che avevo condotto in prima persona insieme alla senatrice Monica Cirinnà, al senatore Sergio Lo Giudice e alla mia Associazione Di’ Gay Project (unitamente a tante altre Associazioni che hanno avuto a cuore questa tematica)”.

La vostra storia, insieme ad altre storie di vita, è stata scelta per «Beyond the Rainbow», la campagna interattiva globale di H&M che invita a guardare oltre l’ arcobaleno per toccare con mano storie vere di vita vissuta. Come siete state contattare per partecipare?

“Questa esperienza, ti confesso,  è stata una delle più entusiasmanti  della mia vita; partecipare a questa grande operazione anti omolesbotransfobia internazionale, con nomi famosi da vari Paesi, sinceramente a me e a Lidia ha dato una carica di entusiasmo che ancora non è finita. Siamo state scelte da una funzionaria italiana di H&M che – sponte sua – ha mandato una nostra intervista video fatta un paio di anni fa alle persone responsabili della comunicazione in Svezia. Il direttore della più importante rivista gay svedese ci ha poi fatto un provino su una piattaforma, alla presenza di un traduttore e con la supervisione della regista di tutta questa operazione, ed è andato benissimo, al punto che ci hanno inviato immediatamente il contratto. Siamo veramente fiere di essere state scelte solo noi, come coppia, a rappresentare l’Italia”.

Lidia non è stata la tua prima relazione importante, in realtà.

“Sì, vero; ho convissuto ben 23 anni con una mia compagna di scuola: un rapporto tormentato dalla profonda gelosia e caratterizzato dal possesso della mia Lei di allora”.

Maria Laura Annibali, 75 anni, e Lidia Merlo, 72 anni, Roma. (Foto di Melissa Ianniello, immagine tratta dal progetto Wish it Was a Coming Out)

Come ha fatto una donna della tua età, vissuta in altri tempi e con mentalità diverse, ad introdursi nel mondo Pride? Proviamo a spiegarlo, anche con poche parole. E a chi vuoi dire grazie.

“Devo molto, e lo ricorderò sempre, all’incontro con una grande donna che ha creduto in me fin dal primo momento che mi ha conosciuta: Imma Battaglia. Imma ha appoggiato fin dall’inizio tutti i miei progetti, come creare un gruppo di autocoscienza, facente capo proprio alla sottoscritta,  presso la nostra sede associativa; o come farmi essere responsabile dello sportello del  microcredito ( siamo stati l’unica Associazione LGBTQ ad avere l’incarico dalla Regione Lazio). Altro grazie che le devo è stato  far intitolare uno dei fiori all’occhiello dei nostri progetti ad una esemplare amica e splendida attivista quale era Maria Baiocchi. Mi ha fatto poi  organizzare incontri nelle scuole, nelle università, nei centri anziani dove sono stata con i miei documentari. Abbiamo anche fatto firmare un progetto pilota dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Direttore Generale del DAP e dal Garante dei Detenuti di Roma e del Lazio (ho avuto  la possibilità di una esperienza umana, civile e politica bellissima, insieme ad Edda Billi) nonchè dalla Dott.ssa Antonella Montano. Insieme a tutte le attiviste abbiamo sperimentato  come la nostra Associazione abbia veicolato nella sua storia messaggi di pace e di inclusione, attraverso anche tante conferenze sull’arte, sulla archeologia e sulla filosofia. Infine,  vorrei ricordare un’ altra iniziativa che mi ha resa felice ed onorata : la pubblicazione di una mia intervista insieme ad una di Edda Billi, racchiuse entrambe in un libro dal titolo Donne da sfogliare. Un grazie immenso va pertanto anche a lei: alla grande Edda”.

Se avessi la possibilità di avere davanti a te,  tutti insieme, gli omofobi di cui purtroppo sono ancora piene le cronache, per spiegare loro la crudeltà e il peccato mortale dei comportamenti di odio nei confronti della comunità LGTB, quali parole sceglieresti?

“Vergognatevi, perchè ci fate del male. L’Amore non ha sesso. Direi solo questo”.

Hai più rimpianti o rimorsi, Maria Laura?

“Qualche rimpianto; nessun rimorso.  Da credente quale sono, sono convinta che  Lui  mi ha creato così, perchè evidentemente voleva che io non fossi in un altro modo”.

E Lidia cosa ti ha confidato? Di avere più rimorsi o rimpianti?

“Dato il suo passato molto sofferto, anche lei non ha rimorsi. Rimpianti, invece, molti”.

Maria Luisa alla Camera dei Deputati nel 2015

“Ho l’onore di essere la Presidente Di’ Gay Project succedendo ad una figura come Imma Battaglia, e ci siamo sempre occupati come Associazione di ogni discriminazione, e lo abbiamo fatto in ogni maniera possibile; continuiamo a combattere i soprusi con tutte le nostre forze. Dal palco di  eventi culturali o da quello di manifestazioni pubbliche più o meno grandi, noi ci siamo sempre stati. Nella società civile, che ritengo sia comunque più avanti della politica, manca veramente poco secondo me a riconoscere  diritti che in tante altre   nazioni sono leggi da anni;  mi    riferisco    soprattutto     al     Ddl Zan, il      disegno     di   legge contro l’ omolesbotransfobia, per il quale da un anno, sempre con la bandiera della mia Associazione,  vado a manifestare in piazza. L’altra lotta che le Associazioni che hanno a cuore i diritti civili devono continuare a combattere è quella dei figli delle Famiglie Arcobaleno;  non sono figli di un Dio minore!  Non vorrei ripetermi, ma partirà  dalla  società civile la spinta evolutiva  necessaria a far smuovere una politica ancora addormentata su temi spinosi come questi”.

Sei anche regista: parlaci del tuo ultimo cortometraggio dal titolo “L’altra altra metà del cielo”, che in realtà racchiude una trilogia di documentari. Da dove è partita l’idea ?

“Il mio ultimo documentario “L’altra altra metà del cielo. Donne” è il mio  terzo lavoro sulla identità lesbica. E’ un progetto che è cominciato con “L’altra metà del cielo” nel 2008, e proseguito nel 2011 con “L’altra altra metà…Continua”. Credo e spero di aver dato visivamente un contributo rilevante alla causa lesbica, così troppo spesso ignorata ed umiliata. I miei lavori come regista mi hanno portato anche due premi e  tanta visibilità personale. Come dico sempre,  sono veramente fiera di queste mie tre figliole”.

Tu e Lidia siete mai state in America?

“Io sì, ben 3 volte.  Lidia no: mai”.

Cosa speri che rimanga, ai lettori delle comunità italiane all’estero che vi leggeranno,  della vostra storia d’amore?

“La purezza dei nostri sentimenti e, dato che ci siamo incontrate in età matura, spero passi il messaggio che l’amore puo’ far battere i cuori e rendere felici anche persone non più giovanissime. Prima di salutarci, permettimi di accennare ad un prossimo progetto che mi vedrà ancora insieme alla mia amata Lidia: un calendario che parlerà fotograficamente di nuove famiglie, a firma di Tiziana Luxardo”.

Giacinto Festival – nature LGBT+

Con l’Associazione Stonewall Siracusa

Giacinto Festival – nature LGBT+ a #Noto il 7 e l’8 agosto 2021.

Ecco il programma:

SABATO 7 AGOSTO

H.21.00 “OMOFOBIA E MISOGINIA – una matrice comune”
Panel – Convitto delle Arti
Saluti:#Alessandro Bottaro / Presidente Stonewall glbt e #Lucia Scala / Presidente Arcigay Siracusa.
Interverranno:#Maria Laura Annibali / Presidente dell’ass. Di’Gay Project e documentarista; #Francesco Lepore / giornalista e autore del libro “I delitti di Giarre”; #Paolo Patanè / già Presidente nazionale Arcigay

H.22.00 “L’ALTRA ALTRA META’ DEL CIELO – DONNE” documentario
Convitto delle Arti
Dopo i documentari “L’altra altra metà del cielo” (2008) e “L’altra altra metà del cielo…continua” (2011), prosegue il viaggio intrapreso da Maria Laura Annibali nel raccontare l’universo omosessuale femminile. Un nuovo ed interessante documentario con sei donne, alcune dalla nascita altra dopo un percorso di transizione, che si raccontano. Le loro storie si intrecciano in percorsi di vita che uniscono la drammaticità di scelte traumatiche alla quotidianità della vita “matrimoniale”. Donne sempre in bilico tra accettazione e rifiuto sociale, tra regolarità e trasgressione.

Anche su: Insider Trend.it

Su: Repubblica – ed. Palermo

Uno spezzone dell’intervento di Maria Laura
https://www.facebook.com/MariaLauraAnnibali/videos/563479748007096

Maria Laura e il ddl Zan contro l’omofobia

Sempre in prima linea!

Cosi Insider Trend.it

Tutto rinviato alla data per la quale è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti. Secondo Maria Laura Annibali (storica esponente galassia LGBTQI+), si tratta di «una legge giusta per rimuovere tutte le cause di discriminazione, in particolare anche quelle contro i disabili, delle quali non parla mai nessuno». Intanto Salvini rimarca la sua immagine filoclericale nominando la Baldassarre responsabile del Dipartimento famiglia del suo partito.

Il Month Pride e la campagna della celebre griffe H&M

Da Giovanna Albi e Antonella Giordano due significativi articoli on line nel mese dell’orgoglio LGBTQI+: Maria Laura tra la campagna H&M e L’altra altra metà del cielo. Donne.

di Giovanna Albi

Su: Periodico italiano magazine http://www.periodicoitalianomagazine.it

Il mese del Pride, che continuerà per tutta l’estate 2021 fino a settembre, si svolge anche on line per dare maggiore visibilità alle battaglie del movimento Lgbt, iniziate 50 anni fa. Alcuni appuntamenti ci sono già stati, nel rispetto delle misure di contenimento anti-Covid, a Bergamo, Liguria e Lecco. Altri sono in programma per oggi, 26 giugno 2021, nelle Marche, a L’Aquila, a Milano, a Roma, a Faenza e Martina Franca (Ta); il 3 luglio a Napoli e Verona; il 21 agosto a Brindisi e nel Salento, in Puglia; il 4 settembre a Catania e Gorizia. Prima della pandemia si sono tenuti cinquanta eventi in Italia, con oltre un milione di partecipanti. Quest’anno, l’affluenza è di gran lunga ridotta. Per esempio, a Milano c’erano poche migliaia di persone; nel 2019 erano 150 mila. Ma la diffusione delle manifestazioni sta avvenendo anche in rete, per dare maggior voce a questa ‘Onda Pride’, che si batte per il riconoscimento di tutte le identità, contro omofobia e discriminazione: temi molto sentiti, anche per la discussione in corso sul ddl Zan.
Molte sono le campagne pubblicitarie a sostegno dell’Onda Pride anche nel mondo dei libri, ma non solo: tra tutte, si distingue quella promossa dalla celebre griffe H&M, azienda di abbigliamento fondata in Svezia nel 1947, con sede a Stoccolm

Maria_Laura_e_Lidia.jpg

a.
Il gruppo conta 52 mercati on line, 5 mila negozi in 74 mercati, con un numero di dipendenti di circa 153 mila persone. Quest’anno presenta ‘Beyond the Raimbow’: una campagna interattiva a sostegno del Pride e della comunità Lgbtqia, incoraggiando le persone a condividere le loro esperienze e il percorso che le ha condotte a riconoscere la propria identità.
A rappresentare l’Italia ci sono Maria Laura Annibali, presidente del ‘Di’ Gay Project’, associazione fondata da Imma Battaglia con sede a Roma e sua moglie, Lidia Merlo. Lei due donne, ultrasettantenni, unite civilmente da quattro anni, hanno raccontato in un video il percorso accidentato e anche doloroso che le ha portate al ‘coming out’ dopo un matrimonio di 35 anni (Lidia) e una relazione lunga e nascosta con una donna (Maria Laura). Quest’ultima definisce la sua identità precedente al coming out “velata”: si nascondeva, infatti, dietro una relazione di fantasia con un importante professionista di Roma, essendo vittima di omofobia interiorizzata. Oggi, finalmente libere di essere autentiche, spassosamente raccontano il loro primo bacio e invitano i giovani a non ripetere il loro percorso, ma a fare subito ‘coming out’. Celebriamo pertanto anche noi il ‘Month Pride’, perché il ‘Di’ Gay Project’ di Roma promuove percorsi di autocoscienza e incontri letterari con filosofi di spessore.

Sotto uno stesso cielo

di Antonella Giordano

su: International web Post https://internationalwebpost.org

Uno sguardo profondo, reso ancora più penetrante dagli occhi bistrati, illumina il viso raggiante. Il sorriso a completamento dell’insieme esprime, al di là di mille parole, la felicità di chi è inaspettatamente ad un traguardo tanto inseguito e altrettanto desiderato.

Una felicità raggiunta a prezzo di anni di lotte affrontate senza protagonismi accanto a persone anonime, sfidando pregiudizi e ostilità con il coraggio e la perseveranza che posseggono solamente quelli che hanno grande fede in Dio e/o la tempra che anima i Giusti

Si dice che la determinazione trova, primo o poi, il suo ristoro e Maria Laura Annibali, romana classe 1944, può ritenersi oggi ripagata per gli sforzi profusi.

Estrazione medio borghese, laurea in scienze politiche e incarico professionale direttivo in un ministero possono essere requisiti inutili se non addirittura deterrenti se i tempi non sono maturi e non lo è nemmeno la società che dei tempi è l’immagine (e ciò anche se trattasi della Capitale d’Italia).

Ma Maria Laura non si è mai arresa dinnanzi agli ostacoli e così lei e sua moglie Lidia Merlo lo scorso 21 giugno sono state elette dal colosso svedese della moda H&M come testimonials nel mondo. Sono l’immagine dell’Italia protagonista di Beyond the Rainbow a sostegno della comunità LGBTQI+, la campagna pubblicitaria globale interattiva – caratterizzata anche da un’applicazione per smartphone – promossa per condividere e sostenere i valori fondamentali di diversità, uguaglianza e trasparenza. I valori in cui si radica lo stadio di civiltà dell’umanità autentica.

La Annibali viene definita come attivista (lei preferisce qualificarsi volontaria) nell’ambito di una causa in cui l’identificativo presta il fianco a rivoli di sottotitoli, in dose più o meno variabile, suscettibile di formare argomento facile per approcci superficiali, vacue strumentalizzazioni ideologiche o parateatrali, varia imbecillità argomentativa.

Quando non si è obbligati ad indossare divise o cavalcare cavalli bardati l’affermazione della Conoscenza richiede grande impegno a beneficio della verità dei fatti e, se occorre, del compendio del pensiero. Formulo questa considerazione in un momento in cui è acceso il dibattito politico sull’iter legislativo del Ddl recante Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità (noto come “legge Zan”) e il tema dibattuto della diversità si arricchisce di ulteriori sfaccettature, additivi di cui forse non tutti erano compiutamente a conoscenza prima di adesso.

Il linguaggio della comunicazione straripa di lemmi/specificazioni nostrane ( identità di genere, ruolo di genere, orientamento sessuale, eterosessualità o eterosessismo, disforia di genere, omofobia, omonegatività, transessualismo, intersessualità., travestiti) e anglosassoni (pride, coming out, outing, queer, transgender). Non ne spiego il significato per lasciare libero ciascuno di corroborare il proprio patrimonio conoscitivo con la copiosità del glossario. Mi limito, per dovere d’informazione, a dire che nella gamma semantica straordinariamente variegata domina omo-trans-fobia e LGBT(acronimo anglosassone coniato per indicare persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender), a volte si declina come LGBTIQ per comprendere anche le persone che vivono una condizione intersessuale.

Guardare all’altro per indicizzarne e stigmatizzarne la diversità è tipico di una società fragile, priva di solide basi culturali allo stato diffuso e, dunque, duttile e straordinariamente malleabile alla stregua dell’ infinita lotta che in altre epoche ha animato la caccia alle streghe. Il diverso da sé è il bersaglio da annientare o il bersaglio da deridere. La Storia ci racconta che è accaduto e, purtroppo anche in tempi non molto lontani da oggi. Perché? Escludendo (e solo per ragioni di spazio espositivo) le derive della personalità che fanno grandi gli eroi del crimine e la massa esponenziale dei di loro emulatori tra le risposte collettive più conferenti faccio mia quella più diffusa: ignoranza (da giurista trovo che, allo stato, possieda anche un potenziale multitasking).

Assumerne consapevolezza sarebbe una conquista civiltà. La nostra società, purtroppo, difetta di formazione valoriale ed eccede in stereotipi, che finiscono per essere spesso le clave da utilizzare unicamente per delegittimare. La nostra società oggi sfugge al confronto perché carente, in troppi ambiti, del clone della Conoscenza perché scuola e cultura pencolano nella crisi pandemica di adeguare i propri kairos ad un sistema sociale multiidentitario .

Io non vorrei più vedere soffrire nessuno. A mio avviso la società, oggi, a differenza della politica, è più pronta e propensa ad ascoltare e ad apprezzare la diversità rispetto al passato. A non essere ancora pronti e predisposti sono i genitori. C’è bisogno di formazione nelle scuole, nei posti di lavoro. C’è necessità di aiutare le persone a capire, a prepararle, dare loro gli strumenti per imparare ad accettare e accogliere i percorsi e le scelte personali dei figli, e in generale dell’altro. C’è bisogno di raccontare, di parlare (ha dichiarato Maria Laura Annibali a Laura Scafati per Vanity Fair lo scorso 21 giugno).

Ho voluto incontrarla al Teatro di Documenti (interessante realtà presente a Roma, nel quartiere Testaccio) e assistere alla proiezione del suo docufilm L’altra altra metà del cielo. Donne (per la regia di Filippo Soldi).

La visione è stata motivo per conoscere un universo di situazioni umane, tutte caratterizzate da un cammino di difficoltà, ciascuna resa dolorosa dall’incomprensione e dall’ostracismo sociale. Vite ancora in cammino verso orizzonti di inclusione lontani a realizzarsi compiutamente.

La sofferenza, che sia di se stessi o degli altri, diventa un valore nel momento in cui costringe a riflettere, quando consente di abbattere i preconcetti, i muri mentali che impediscono di vedere al di là di se stessi, del nostro piccolo mondo. Troppo spesso si esprimono giudizi superficiali su realtà che non si conoscono e, quando poi si incontra la sofferenza, queste certezze vacillano. Le umiliazioni sofferte dalle donne protagoniste del film sono servite ad abbattere qualche muretto; nel panorama generale popolato da tante vite immobili le loro vite sono valori.

In esergo una riflessione. Mi sono imbattuta, come tanti, in altre metà del cielo a loro volta frazionabili in altre ancora e in vari soli. Voglio guardare al cielo come a uno spazio unico dove tutti vedono una stessa luna e uno stesso sole. Dove la luce illumina tutti allo stesso modo.

Prospettiva utopistica o insulsa? Forse l’una e l’altra cosa ma è ciò che penso.

Maria Laura e Lidia testimonials di H&M – 1

Una storia che, insieme a tanti altri racconti di amore, odio, coming out, ricerca di sé, è diventata protagonista di Beyond the Rainbow, la campagna globale interattiva di H&M che sostiene il Pride e la comunità LGBTQIA+.

La nota griffe svedese per la propria campagna pubblicitaria mondiale a sostegno della comunità LGBTQI+ ha scelto anche Maria Laura e Lidia come testimonial.

https://beyondtherainbow.hm.com/

La campagna è caratterizzata da un’applicazione per smartphone.

Seminario Diverso all’Accademia di Belle Arti di Frosinone

Lunedì 17 maggio 2021 alle ore 17.00, in diretta su piattaforma Teams.

Diversità, diversità di genere e diritti, libertà di essere sé stessi

Un “Seminario Diverso” quello organizzato dalla Accademia di Belle Arti di Frosinone: nuove strade si sono aperte quando dalla sicurezza della consuetudine si è passati al rischio della sperimentazione, e nuovi diritti sono stati approvati quando nuovi soggetti di diritto e tutela sono stati riconosciuti. È proprio il coraggio di fare e di essere diversi il filo rosso che lega i temi del seminario partendo dall’esempio di due artisti distanti per epoca, campo d’azione, arte, ma vicini per come hanno difeso la loro identità artistica e umana: Luciano Damiani (Teatro di Documenti di Roma) e Oscar Wilde.

In particolare Maria LauraAnnibali, con Edda Billi e Danilo Gattai, lunedì 17 maggio 2021.

Questo il programma completo del Seminario: