Maria Laura e Lidia per trasmettere l’augurio più importante di tutti la differenza è contro la violenza. Foto di Melissa Ianniello.
Una nuova campagna sociale per il Gruppo 25 Novembre,insieme ad Urban Vision: “La differenza è contro la violenza”, un augurio di Buone Feste che celebra la diversità nelle principali piazze di Roma e Milano per tutto il periodo delle festività.
Sui maxi led di Urban Vision, digital media company leader nei restauri sponsorizzati, gli auguri scorrono svelando un flusso di immagini e scene familiari che raccontano l’amore nella sua forma più estesa ed inclusiva possibile. Perché se è vero che le feste sono il periodo dell’anno dove si torna in famiglia, è vero altrettanto che esistono molti tipi di famiglie e modi diversi di celebrarle.
Grazie al contributo di fotografi professionisti e amatoriali, la campagna celebra l’amore e la diversità in moltissime forme e da diverse parti del mondo, opponendosi alla violenza e la discriminazione. La differenza viene omaggiata attraverso scatti gioiosi, disegni e ritratti che sensibilizzano l’audience all’inclusione.
Dopo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Gruppo formato da Antonella Centra, Serena Dandini, Gianluca De Marchi, Michela Di Biase, Giulia Minoli e Chiara Valerio, – costituito proprio in occasione della ricorrenza del 25 Novembre -, promuove nelle principali piazze di Roma e Milano, una campagna di comunicazione finalizzata a contrastare la violenza in tutte le sue forme, compresa quella causata dalla disparità di genere (geneder gap, pay gap, inclusivity gap ed altre ancora).
Per le immagini della campagna si ringraziano: Gianluca Abate, l’Archivio Salani, Eleonora Calvelli che ha partecipato con alcuni scatti del suo progetto fotografico a lungo termine sulle famiglie LGBT in Italia, partocinato da Amnesty International, e ancora Stefano Funari, Melissa Ianniello con una fotografia tratta da “Wish it Was a Coming Out”, lavoro iniziato nel 2018 e tuttora in corso su omosessualità e terza età nell’Italia di oggi, e infine Matilde Nastasi e Nicole Michalou per Pexels.
Libri e poesie con gli auguri per le Feste! Con la presentazione del Calendario Dove c’è cuore c’è Casa.
Il 18 Dicembre dalle 18.00 @DGP
Una festa culturale per farci gli auguri di buone feste e buon anno. Porta i libri e/o le poesie che vuoi condividere, oppure vieni a salvare qualche libro presente nella nostra collezione.
Presentazione del Calendario Codacons
Durante l’evento verrà presentato il Calendario Codacons 2022 “Dove c’è Cuore c’è Casa” by Tiziana Luxardo
Partecipando avrete l’occasione di avere nelle vostre case, nei vostri luoghi di lavoro, il calendario più inclusivo del 2022, ogni mese una bellissima foto con un diverso tipo di famiglia!
Tesseramento 2022
Sarà anche l’occasione per fare la tessera di DGP! Con la quale, oltre a sostenere le attività delle associazione, potrai partecipare a tutte le attività culturali e sociali che si svolgeranno presso la nostra sede fino al 31/12/22.
Il vostro eventuale contributo andrà a sostegno dei progetti sociali e culturali di DGP.
Un video con un fotomontaggio di momenti dell’evento.
Una serie di ritratti fotografici, scattatti attraverso lo schermo di un computer, in cui si intrecciano la quotidianità forzata del lockdown e le vite, tutte diversissime fra loro, che Giulia ha incontrato durante le ultime settimane.
Ho passato più di 80 giorni in casa. Anche più della quarantena dal momento che io sono un soggetto un po’ a rischio. Sono uscita per la prima volta la settimana scorsa (inizio giugno). Non potendo uscire di casa, non potevamo vedere gli amici e mia moglie non poteva vedere sua figlia. Abbiamo creato una situazione incredibile con il nostro condominio e tutti i condomini attorno. Abbiamo preso la questione del canto dai balconi seriamente e circa ogni pomeriggio per tutta la quarantena ci siamo trovati fuori a cantare, ognuno dal suo balcone. È stato un periodo molto triste per la mia battaglia politica, giugno è il mese del Pride che quest’anno non c’è stato! Inoltre la mia associazione “Di’Gay Project”, che nel suo piccolo organizza tanti eventi culturali e lezioni di yoga e di teatro gratuiti, si è fermata del tutto. Anche il mio film L’altraaltra metà del cielo non è potuto andare a nessun festival, sono riuscita solo a proiettarlo alla casa internazionale delle donne e al festival di Napoli. (Maria Laura)
Ospiti della trasmissione ho una cosa da dirti condotta da Enrica Bonaccorti.
Sabato 23 novembre 2019 Maria Laura e Lidia hanno partecipato alla trasmissione televisiva “Ho una cosa da dirti” condotta da Enrica Bonaccorti sull’emittente TV8.
Una doppia intervista in cui Maria Laura e Lidia raccontano di sé, come singole e come coppia… con una sorpresa finale da parte di Maria Laura per Lidia.
La storia d’amore di Lidia e Maria Laura, sposate a 70 anni
Freeda – come freedom, al femminile – racconta storie di donne con uno sguardo ottimista. Siamo indipendenti e sognatrici, e amiamo i gattini. Freeda è un progetto editoriale che celebra la libertà personale, l’espressione di sé attraverso lo stile.
A 70 anni Lidia e Maria Laura hanno fatto coming out e si sono sposate, dimostrando che non è mai troppo tardi per essere se stessi ed essere libere e liberi di amare.
Stato Civile – L’amore è uguale per tutti: questo il titolo completo della trasmissione di Rai 3 che, a poche settimane dall’approvazione della legge sulle unioni civili, racconta le storie delle coppie che, grazie alle legge, hanno potuto celebrare la loro unione al fine di essere riconosciuti come coppia dallo Stato e dalla società. Le unioni civili hanno realizzato quel sogno d’amore e di felicità che tante coppie attendevano da tempo.
Gli autori del programma sono Riccardo Brun, Laura Cirilli, Daniela Collu, Francesco Cordio, Annalisa Mutariello (Capoprogetto), Paolo Rossetti e Francesco Siciliano, mentre la regia è di Giampaolo Marconato. Prodotto da PanamaFilm.
La puntata dell’8 dicembre 2016 ha come protagonisti: Daniele e Francesco di Roma, ma vivono a Milano, e Maria Laura e Lidia, pure di Roma, convivono da 15 anni. Lidia ha ricevuto un’educazione tradizionale e ha lavorato per molti anni come segretaria presso uno studio contabile. Ha avuto un matrimonio durato 35 anni, da cui è nata una figlia, finito quando – a 55 anni – ha l’incontro folgorante con Maria Laura. Maria Laura, da anni attivista per i diritti lgbt, è presidente del Di’Gay Project ed è stata dirigente in ambito tributario e Garante alla Consulta per le Pari opportunità della Regione Lazio. Scrive libri, gira documentari, fa spettacoli teatrali, sempre con Lidia al suo fianco che la aiuta.
Lidia e Laura, con i loro 70 anni coppia più matura d’Italia a sposarsi con la nuova legge sulle Unioni Civili, dopo 15 anni di amore convoleranno a nozze il 23 novembre a Santa Maria in Tempulo, la chiesa sconsacrata alle Terme di Caracalla.
In attesa della cerimonia che vedrà Maria Laura e Lidia finalmente spose, il Corriere della Sera, nella cronaca di Roma, ha pubblicato un articolo di Maria Egizia Fiaschetti in cui si ripercorre la loro storia, dal momento in cui tutto è iniziato fino alla scelta dell’abito nell’atelier Celli di Pavona, insieme alla titolare Maria Celli.
A farla capitolare è stata una frase: «Laura, ti amo appassionatamente». Scritta sul muro del mercato di fronte al suo palazzo, nel quartiere Talenti, una sera di quindici anni fa. «Avevamo appena iniziato a frequentarci – racconta Lidia Merlo, 69 anni – ma lei era stata categorica. Usciva da una storia lunga, complicata, e non voleva più saperne: la nostra poteva essere soltanto un’amicizia». Lidia, però, non si arrende. «Ho comprato una bomboletta spray e sono andata sotto casa sua – ricorda – . Erano le tre di notte e mi tremavano le mani. Pensavo: “Se qualcuno mi vede e chiama la polizia”? Non so dove ho trovato il coraggio». Come è stato svegliarsi con quel messaggio? «Nella mia vita sono stata molto amata – confessa Maria Laura Annibali, 72 anni, presidente dell’associazione Di’ gay project – ma nessuno aveva mai osato tanto. Da allora non ci siamo più lasciate».
Il prossimo 23 novembre la loro unione civile a Santa Maria in Tempulo, la chiesa sconsacrata del Comune vicino alle Terme di Caracalla. Ieri, la prova degli abiti nell’atelier Celli di Pavona: smoking bianco per entrambe. «Era il mio sogno – rivela Lidia – . La prima volta indossavo un vestito lungo di pizzo attillato». A consigliarle nella scelta degli accessori – bouquet e pochette arcobaleno – la titolare, Maria Celli, che gestisce l’azienda di famiglia. «La clientela gay – ricorda – ha iniziato ad affacciarsi a metà degli anni Ottanta. Erano tutti uomini e volevano abiti da donna, ma le operaie erano impreparate, non sapevano come adattarli ai loro corpi. Così li facevo venire dopo le sette di sera per prove a porte chiuse». Fare coming out non è stato facile neppure per Maria Laura, che adesso è orgogliosa di essere la «nubenda più grande d’Italia».
«Quando la mia ex compagna mi telefonava in ufficio – racconta – fingevo che fosse la segretaria del mio amante. Se nell’ambiente di lavoro si fosse saputo non lo avrebbero mai accettato… Soffrivo così tanto che ho deciso di dimettermi per dedicarmi all’attivismo e al volontariato: animali, poveri, banco alimentare». Lidia, già separata in casa, dopo 35 anni di matrimonio trova la forza di ricominciare. Da sola. «Ho lasciato tutto: un appartamento all’Eur con doppio terrazzo per un buco di 40 metri quadrati. Quando ho traslocato avevo solo tre valigie». Conosce Maria Laura al Gay village di Testaccio, una sera d’agosto del 2001: «Avevo notato la pubblicità su un giornale e mi ero incuriosita». Vincendo la timidezza, si avvicina a un banchetto.
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