LezTrailer. Frammenti di visioni lesbiche

Recensione de L’altra altra metà del cielo… continua

A due anni di distanza dal suo primo film, Maria Laura Annibali torna sull’argomento con una nuova opera nella quale, come anche il titolo suggerisce, continua ad indagare nella realtà ampia e variegata del lesbismo.

Il tessuto di questo secondo film è ancora l’intreccio di varie interviste, sei, a donne molto diverse tra loro che hanno in comune la scelta lesbica: due giovanissime studenti con la loro determinazione potente a far diventare la loro storia, nonostante la loro giovane età, l’amore per sempre; una mamma che ha avuto la sua bambina attraverso l’inseminazione artificiale, il racconto di una esperienza non facile che però le ha fatto realizzare un sogno; una straniera, una donna cino-portoghese a volte divertita, a volte stralunata dagli incontri nostrani. E poi una storica con le sue indagini e riflessioni sul modo in cui il secolo scorso ha vissuto il lesbismo e le tracce che ne sono rimaste. Chiudono il film le testimonianze di una ‘regina della notte’ con le sue invenzioni di un divertimento diverso e di una leader del movimento gay e lesbico.

Lo stile narrativo di Maria Laura è ancora una volta personale e molto partecipativo: lei vuole raccontare le storie di alcune donne, ma in questo percorso racconta di sé. Ora esplicitamente, con i ricordi dell’infanzia, le foto di famiglia, le emozioni più recenti legate agli incontri della maturità, ora più sottilmente, con una interruzione, una domanda, uno sguardo. Un modo di comunicare il proprio pensiero, svelandosi con leggerezza.

La scheda con trailer sul sito

27 Novembre 2012 – Palazzo Valentini

Martedì 27 novembre 2012, presso Palazzo ValentiniSala Peppino Impastato (via IV Novembre 119/A), si è svolta la presentazione del docufilm L’altra altra metà del cielo… Continua di Maria Laura Annibali.

All’incontro hanno preso parte: Imma Battaglia (Presidente Associazione Di’ Gay Project), Marco De Giorgi (Direttore Generale UNAR), Carla Di Veroli (Assessora alle Politiche Culturali Municipio Roma XI), Fabrizio Marrazzo (Portavoce Gay Center), Aurelio Mancuso (Presidente Equality Italia) e Donatina Persichetti (Presidente Consulta Femminile Regionale e Pari Opportunità).

presentazione roma27-11-12

19 Maggio 2012 – Teatro di Documenti

A partire dalla presentazione de L’altra altra metà del cielo…Continua, Sabato 19 maggio 2012 si è tenuto un dibattito sul lesbismo presso il Teatro di Documenti di Roma.

Il convegno ha visto l’intervento di Maria Laura Annibali, Alessandro Baracchini, Imma Battaglia, Monica Cirinnà, Paola Donnini, Filomena Fotia, Madre Maria Vittoria Longhitano, Vladimir Luxuria, Antonella Montano e Alessandro Paesano, che hanno stimolato il pubblico ad un confronto per fornire strumenti e conoscenze a insegnanti e genitori, oggi più che mai chiamati a prendere atto di questa dimensione umana.
Promotore del convegno e moderatore è stato Danilo Gattai.

I video degli interventi alla pagina VIDEO Presentazioni de L’altra altra 2

2012 – Sicilia Queer Filmfest

L’altra altra metà del cielo…Continua è stato presentato al Sicilia Queer FilmFest 2012.

Andrea Caramanna ne ha parlato su Sentieri Selvaggi:

Che ci sia una profonda mutazione nelle modalità di espressione del lesbismo è sotto i nostri occhi. Sembra quasi una lotta contro tutto e tutti. Le lesbiche subiscono più di tutte, è più o meno quanto afferma Maria Laura Annibali nel suo L’altra metà del cielo… continua, diretto da Laura Valle e sceneggiato dalla Annibali, qui presente al festival. Alla fine della proiezione, gentilissima e dolce, chiede agli spettatori se è piaciuto il film. Che è uno dei documentari più intimi visti in queste giornate. Magari ci si oppone a una forma non troppo curata da orpelli (a cui siamo ormai abituati), per scoprire, come ha suggerito il direttore artistico Alessandro Rais, che la Annibali è un corpo ingombrante come quello di Michael Moore. È lei stessa ad intervistare nel film alcune donne, sette in tutto, appartenenti a generazioni diverse, con amori ed esperienze che riescono a demolire ogni stereotipo su un tipo di sessualità. Che è sempre difficile da etichettare, limitare da caratteristiche ed elementi che possono completamente variare da una esperienza all’altra, da un individuo all’altro. Una continuazione de L’altra metà del cielo del 2009 che ci voleva e della quale si ha bisogno, perché si ha la sensazione che in pochi anni cambi veramente tutto. Non a caso sono proprio i riferimenti storici al lontano passato a testimoniare quanto il lesbismo fosse nascosto. La più importante leader del movimento LGBT in Italia, Imma Battaglia, ci racconta con suprema ironia, la passeggiatina di molti anni fa con un’altra ragazza e i rispettivi fidanzatini, maschietti che non si accorgevano di nulla: mentre le loro ragazze si tenevano teneramente per mano, i “fidanzatini” ufficiali erano impegnati in altre discussioni, magari quelle tipiche dei maschietti. Ma c’è anche la testimonianza importante sull’inseminazione di una donna che deve lasciare l’Italia per reclamare un diritto sacrosanto. E poi il confronto con una donna cino-portoghese che mette l’accento sulle ritrosie che contraddistinguono le lesbiche italiane, forse causate da una cultura fortemente oppressiva. La Annibali è straordinaria nella sua leggerezza, quando ascolta e pone domande alle sue interlocutrici. È un modo sublime di mettere a proprio agio, personaggi in scena e spettatori che condividono le emozioni dei protagonisti“.

Recensioni de L’altra altra metà del cielo… continua

di Flavia Weisghizzi
18 marzo 2012

Non è solo un lungometraggio sul lesbismo L’altra altra metà dell’amore… continua, e non è neppure il necessario e forse doveroso seguito del primo documentario, che ha avuto un enorme successo in Italia e all’estero, tanto da diventare probabilmente un punto di riferimento obbligato per tutti coloro che vorranno affrontare la tematica dell’omosessualità femminile.

L’altra altra metà dell’amore… continua, è un’analisi lucida, brillante, a tratti toccante sulla situazione delle donne omosessuali, che pone però l’accento, come sa fare benissimo Maria Laura Annibali, su quegli aspetti individuali che sanno essere base di condivisione collettiva.

Lontano dagli schematismi e dai pregiudizi, le donne che si sono raccontate davanti alla telecamera, hanno portato all’attenzione dello spettatore tutto il loro vissuto, i loro desideri, le loro paure, le loro aspettative.

Ne emerge un quadro che sa di femminile, prima di tutto, donne che fanno la loro piccola o grande rivoluzione quotidiana semplicemente essendo donne, essendo se stesse.

Il viaggio si apre in una dimensione di profonda contemporaneità, raccogliendo le parole di due giovani liceali, due debuttanti alla vita che narrano la normalità di una storia fatta di sguardi e di incertezze. La precarietà, anche emotiva, che sembra essere il segno di questi tempi, si coniuga in queste voci con la sfida al mondo che è tutt’uno con l’affermazione della propria persona, di cui l’inclinazione sessuale sembra essere una dimensione, non caratteristica predominante. È un mondo molto concreto e forse povero di illusioni, quello che emerge, ma non di meno di grande fascino, che fa da contraltare a quei sogni, realizzati o in via di realizzazione che appartengono alle donne più grandi che si sono raccontate e che può riassumersi nell’appropriazione del proprio desiderio. A partire dalla legittimità della maternità. Quel che emerge prepotentemente da queste immagini è la profonda necessità di ricomporre il corpo e l’anima delle donne che si sono raccontate, e con esse quindi di tutte coloro che in un modo o nell’altro si possono riconoscere in queste, e poi, non da meno, l’estrema naturalità di un sentire che, come ha lucidamente evidenziato Imma Battaglia, fiorisce a prescindere dalle aspettative sociali, dalle gabbie delle convenzioni che cercano di inquadrare ed etichettare la libera espressione della persona.

Le testimonianze raccolte, che spesso fanno trapelare un’intensa emozionalità, raccontano un vissuto duro come una battaglia, la lotta quotidiana per l’affermazione del proprio diritto di esistere, di amare, di vivere una normalità che ha spesso la necessità di una dimensione di intimità, di quotidianità. Perché amare una donna per una donna non è una scelta, è, spesso, qualcosa da vivere nella dimensione della propria intimità, ma è in ogni caso qualcosa di cui avere una pacata fierezza, perché è forse davvero il momento di smettere di essere creature di frontiera, ed iniziare ad accettare e condividere la propria consapevolezza di amare, e di amare una donna.

di Micaela Clemente
9 febbraio 2012

C’è una donna che per passione e professione, nella vita, fa ballare le donne nei locali romani e si racconta. Ce n’è un’altra che ha scritti sul volto i tratti di un mondo lontano e porta nel suo passato storie di pirati. E poi c’è una mamma molto coraggiosa, che per avere la sua bambina ha affrontato una Madonna in ebano, il fantasma del cardinal Ruini e un esercito di crocifissi di brillanti. E ancora ci sono una guerrigliera della libertá ed una pacifista, narratrice dell’arte antica del nascondimento femminile, e ragazze e fanciulle e donne che non ci sono più e donne che sbocceranno presto.

A legarle tutte – con le loro storie, il loro coraggio, e la loro profonda ironia, che le fa galleggiare leggere sui drammi e gli incanti della vita – ci sono altre tre donne, dietro e dentro la cinepresa. Le donne, per le donne e con le donne, sono il cuore della seconda opera di Maria Laura Annibali, ‘L’altra altra metà del cielo… Continua‘ (Italia, 2012, 45′), con il montaggio di Michela Masciello e la regia di Laura Valle, documentario dedicato al tema dell’omosessualità femminile, ma in realtá alla normalitá e all’unicità di chi – come dice una delle intervistate – ‘È lesbica, tra le tante altre cose’.

E assolutamente uniche e nello stesso tempo normali sono le immagini di sè che queste donne riescono a tessere, in una pluralitá di voci narranti, che in realtá diventano una voce sola, nello stesso tempo garbata e forte, seria e ironica, leggera e incisiva, felice e dolorosa: una voce gioca sul racconto della propria fecondazione ‘non assistita’ e sulla scelta di fare un figlio da sola, forte però di una rete solidale femminile fatta di famiglia e relazioni amicali, che ci ricorda che proibire a una madre di fare un figlio e di abortire sono due facce della stessa violenza; le fa eco un’altra, che si erge dalle comode macerie delle mura domestiche per affrontare la doppia discriminazione di essere donna e lesbica, con pudore e determinazione. In controcanto, ecco una giovane piratessa, condannata ad arrivare sempre a quei tre millimetri lá, quelli che separano due donne dal primo bacio, per poi scoprire che le italiane stuzzicano senza mai compiere il primo passo. E infine il canto corale di due ragazze, orgogliosamente per mano davanti alla scuola, che ammettono con consapevolezza che ‘se hanno preso poche batoste nella vita’ per la loro omosessualitá, se possono esibirla con sfrontata esuberanza, questo fatto deriva da tutte quelle che hanno preso le donne che hanno lottato prima di loro per i diritti di tutte.

In questo documentario ci sono tutte le donne che siamo e vorremmo essere, quelle cui vorremmo assomigliare, che ci piacerebbe conoscere e ci potrebbero incuriosire, quelle che ci fanno paura per il loro coraggio e quelle che ci commuovono.

Tutte però ci fanno ridere e sorridere, con garbo quasi surreale, sottolineato da una regia capace di passare di soppiatto da una storia all’altra col tocco lieve della pantera rosa dei cartoni animati, o l’ironia di un tocco di xilofono: tutto avviene sotto lo sguardo indagatore di Laura Annibali, in una luce che trascolora un po’ in una lieve patina antica, quasi una fotografia in bianco e nero, fatta di vent’anni di silenzio, i cui toni di fondo sono saggezza, ironia romanesca ed una nuova voglia di comunicare la diversitá.

Sullo sfondo del nostro Paese tardo, bigotto, retrogrado, provinciale, in cui queste donne non smettono di accendere la propria luce, si stagliano alcuni temi di riflessione lanciati a chi vorrá leggerci e ascoltarci, in un dialogo denso di significati e significanti, che lega il passato al presente e si apre al futuro, quasi un cerchio magico intorno a tutte le donne: il monito a vedere nell’interscambio l’antidoto alla paura e nella differenza la più grande ricchezza, con la certezza, come auspica l’autrice, che verrá il tempo in cui la sola unitá di misura sará l’amore e le nuove generazioni potranno sentirsi unite, libere e uguali.

Cortometraggiblog

Alcuni articoli pubblicati su cortometraggiblog.it che parlano di Maria Laura Annibali e delle sue opere:

I corti altri. Il caso de L’altra altra metà del cielo… Continua -6 Febbraio 2012

Prima della prima – 30 Gennaio 2012

I corti “altri”. Il caso de L’altra altra metà del cielo – 8 Marzo 2011

2 Febbraio 2012 – Casa Internazionale delle Donne, Roma

Sabato 2 Febbraio 2012 Maria Laura Annibali ha presentato il suo secondo docufilm presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma.

L’evento è stato presentato da Delia Vaccarello, scrittrice e giornalista dell’Unità, e alla proiezione ha fatto seguito un dibattito.
Insieme alle protagoniste del documentario sono intervenuti Paola Concia (deputata  PD), Cecilia D’Elia (Assessora alla Cultura Provincia di Roma), Carla Di Veroli  (Assessora Pari Opportunità Municipio XI), Aurelio Mancuso (Presidente Equality Italia), Antonella Montano (Direttrice dell’Istituto A. T. Beck) e Sergio Rovasio (Associazione Radicale “Certi Diritti”).

laltra-met-del-cielo roma2 febbraio2012

Sull’evento l’intervista di Gabriele Orlandi a Maria Laura:

Il 2 febbraio a Roma, la Casa Internazionale delle Donne organizza un evento dedicato al documentarioL’altra altra metà del cielo… Continua, girato da Maria Laura Annibali, militante del movimento lesbico capitolino.

Il documentario offre una visione dell’omosessualità femminile attuale: come già accaduto nel primo lavoro di Maria Laura, “L’altra altra metà del cielo”, girato nel 2009, in 45 minuti prendono forma storie diverse, da quella di una giovane coppia di ragazze alle prese con i loro primi amori, alla donna che ha dato alla luce una bambina attraverso l’inseminazione artificiale, fino alla riflessione ponderata della studiosa che ha visto l’evoluzione del movimento lesbico fino ad oggi.

Cosa è cambiato rispetto al primo documentario? Questo documentario è la continuazione del precedente, come evidenzia il titolo e come si evince dal trailer. Non potevo, come non posso neanche questa volta, testimoniare in novanta minuti le varie realtà della nostra comunità; quindi, anche il canovaccio di questo mio lavoro è simile al precedente: prendendo spunto dalle testimonianze delle mie intervistate, dire esplicitamente o fare intuire qualche pensiero, che nel mio lungo silenzio era rimasto inespresso.

Qual è l’obiettivo del nuovo documentario? Riuscire, sempre più, a diffondere quella che noi amiche lesbiche chiamiamo “nuova educazione sentimentale”!

Ci racconti un episodio particolare che è avvenuto durante le riprese? Ho notato che c’è sempre gente incuriosita dal nostro piccolissimo set; ma, soprattutto, ho visto giovani studenti e qualche professore particolarmente attenti a quello che stavamo svolgendo con le due giovanissime ragazze davanti alla loro scuola.

Quale, tra le storie raccontate, ti ha emotivamente coinvolto di più? Sono una emotiva sentimentale o, se vogliamo – e non è una semplice ripetizione – una sentimentale emotiva. Indubbiamente il pianto di Benedeta, la donna lesbica che ha fatto l’inseminazione, quando parla della nascita della sua desideratissima figlia, mi ha fatto “pic” nell’anima!

Dal tuo punto di vista, i media italiani si occupano sufficientemente dell’omosessualità femminile? Credo che i media italiani, in genere, non siano proprio interessati all’omosessualità femminile ed è per questo, quindi, che io vi ringrazio sinceramente.

Fonte: www.gayin.tv (31 gen 12)

Didattica alternativa al liceo Aristofane di Roma

Il 25 gennaio 2012 con il Di’Gay Project

Proiezione del docu-film “L’altra altra metà del cielo” (regia di Salima Balzerani) e discussione con Maria Laura Annibali, autrice del documentario, Edda Billi e Alessandro Paesano.