Contro la violenza omotransfobica

Convegno alla Camera dei Deputati – 16 dicembre 2019

Convegno organizzato da Alessandro Zan e dal Gruppo Parlamentare del Partito Democratico della Camera dei Deputati.

Il parlamentare dem e relatore della legge sul contrasto all’omotransfobia, il cui iter in Commissione Giustizia alla Camera è stato avviato il 24 ottobre, ha puntato al coinvolgimento di giuristi, parlamentari ed esponenti delle associazioni Lgbti al riguardo dei contenuti della legge medesima.

Evento registrato da Radio Radicale, a cura di Bretema e Delfina Steri

L’intervento di Maria Laura:

A Orvieto evento contro l’omofobia

Schegge di arcobaleno sugli omofobi

Organizzato da Danilo Gattai, questo incontro pubblico si è tenuto presso l’Atrio di Palazzo dei Sette di Orvieto il 29 novembre 2019, in collaborazione con l’Associazione Lettori Portatili.

Schegge di arcobaleno sugli omofobi
Schegge di arcobaleno sugli omofobi

A coordinare l’evento è stata Maria Cecilia Stopponi.

Sono intervenuti:

  • Maria Laura Annibali (presidente dell’Associazione Di’Gay Project e attivista Lgbtqi)
  • Gianfranco Goretti (presidente dell’Associazione Famiglie Arcobaleno e docente)
  • Francesco Lepore (giornalista e caporedattore di GayNews)
  • Ambra Laurenzi (presidente del Comitato Internazionale di Ravensbruck).

L’intervento di Maria Laura:

Livorno, 23 novembre 2019

Convegno su Le forme visibili e invisibili dell’omobitransfobia

A.Ge.d.O Livorno-Toscana – Associazione Genitori di Omosessuali, con il patrocinio del Comune di Livorno, della Provincia di Livorno e del Cesvot, con la collaborazione di Arcigay Livorno, Associazione Consultorio Transgenere, Di’Gay Project DGP, Essere TUtt*, Rete Lenford – Avvocatura per i diritti Lgbti,

presenta una giornata di riflessioni e analisi sul complesso e attuale tema delle discriminazioni sulla base degli orientamenti omoaffettivi e delle identità di genere dal titolo “Le forme visibili e invisibili dell’omobitransfobia”. Il convegno è in programma per sabato 23 novembre con orario 10-17.15 al Cisternino di Città (Largo del Cisternino ,13).

La locandina dell’evento

Il titolo del convegno rimanda alle varie dimensioni che costituiscono il fenomeno dell’omobitransfobia che si compone infatti di aspetti visibili, come gli atteggiamenti e i comportamenti violenti e discriminatori, e invisibili, che rappresentano una dimensione sommersa, per lo più inconsapevole, rappresentata dagli stereotipi, le credenze e i pregiudizi che permeano e influenzano la nostra società e la nostra cultura. Il delicato momento storico e culturale che stiamo vivendo sta riportando l’attenzione su episodi di violenza e discriminazione veicolati ogni giorno dai social e che purtroppo risultano per lo più invisibili nelle comunicazioni dei media nazionali. I promotori dell’iniziativa ritengono  quindi fondamentale riportare questo tema all’attenzione di tutta la cittadinanza, promuovendo attività di sensibilizzazione e di formazione in quanto preziosi strumenti per diffondere corrette informazioni e stimolare una cultura del rispetto e della valorizzazione dell’unicità di ogni individuo.

Interverranno: Rita Rabuzzi, presidente Agedo Livorno; Martina Cardamone, presidente Arcigay Livorno; Giacomo Pagani, psicologo, psicoterapeuta; Elisa Brigiolini, psicologa, psicoterapeuta; Maria Laura Annibali, attivista, documentarista, presidente Di Gay Project DGP;  Antonio Rotelli, Co-fondatore di Avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford, avvocato; Erika Volpi, attivista associazione consultorio trans genere; Annalisa Bertoli, psicologa, psicoterapeuta; Santina Vetere, mamma Agedo.

Intervista a Open online

Tre anni di unioni civili. La storia di Laura, “sposa” a 70 anni – L’intervista

Tra le prime unioni civili a essere celebrate nel 2016, anno di approvazione della legge, c’è quella della presidente dell’associazione Di’ gay project, Maria Laura Annibali che a 71 anni ha potuto sposare la sua Lidia, dopo oltre 17 anni di fidanzamento. «Quel giorno lo dedico a tutti coloro che avrebbero voluto sposarsi, ma non hanno fatto in tempo a vedere riconosciuto questo diritto perché intanto sono morti».

Intervista di Chiara Piselli

Maria Laura e Lidia il giorno dell’unione civile

Come è cambiata la sua vita con l’approvazione della legge sulle unioni civili? «Sono cambiate molte cose. Prima non potevamo avere voce in capitolo rispetto alla coppia, all’identità. Diverse persone hanno avuto il coraggio di metterci la faccia politicamente. Io sono un’attivista anziana, quando mi sono sposata avevo 71 anni, un po’ tardino insomma. Uso il termine “sposa” perché come dovremmo chiamarci? Le unite? Fino a quando avrò forza combatterò per il matrimonio ugualitario. E comunque è falso che le unioni civili sono state poche perché sono state celebrate in numero ragguardevole».

Con l’entrata in vigore della legge Cirinnà non ha perso tempo e si è subito sposata. «Sì, l’ho voluto fare subito, volevo essere sicura di essere la prima sposa più grande di Italia (ride ndr). E poi quel giorno era così bello. Indossavamo uno smoking banco con cui poi siamo andate al matrimonio di Imma Battaglia ed Eva Grimaldi».

Quale è stata la vostra storia? «Dopo 17 anni di amore ci siamo sposate. Alcuni di questi anni sono stati difficili, specie per Lidia che era ancora sposata e in attesa di divorzio, una situazione da equilibrista. Dunque lei ha dovuto viverli nascondendosi. Io no perché ero già attivista e nel direttivo del Di’ gay project, prendevo parte a tutte le manifestazioni, dunque io non mi nascondevo da tempo. All’inizio non volevo saperne di Lidia perché io ero stata con un’altra ragazza per 23 anni, era la mia compagna di scuola. All’epoca, a 57 anni, ero convinta che dopo di lei non avrei voluto nessun’altra al mio fianco. E mi ero messa l’anima in pace. Avevo le mie amicizie, la politica, avevo appena finito il mio terzo documentario».

E poi? «Lidia si è dichiarata pochi giorni dopo avermi incontrata al Gay village a Testaccio. “Non ci pensare proprio”, le dissi, “Vengo da una storia molto dolorosa”. Poi invece sono caduta tra le sue braccia. Una notte mi telefonò alle 3 chiedendomi di scendere: c’era una sorpresa per me vicino al mercato rionale, di fronte a casa mia. Non scesi, mi sembrava una follia uscire alle 3 di notte. Ma il mattino seguente uscì di buon’ora. Questa signora aveva preso vernice e pennello e in piena notte, rischiando di essere fermata dalla polizia, aveva scritto: “Laura, ti amo appassionatamente e perdutamente”. Io sono stata una donna molto amata, ma nessuno aveva mai fatto nulla di simile per me».

E vi siete trovate. «Ci siamo trovate pur essendo molto diverse. Lidia poi ha cominciato a seguirmi molto nella mia attività politica. Per esempio, nonostante lei odi il caldo, sabato mi accompagnerà al pride di Roma. E con me ha camminato 5 chilometri alla manifestazione di Verona, in concomitanza con il congresso delle famiglie».

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Omotransfobia Parlare civile

Convegno al Municipio V di Roma il 9 maggio 2019

In vista della Giornata internazionale contro l’omotransfobia, il Municipio V di Roma ha organizzato un convegno sulle tematiche legate all’omotransfobia.

Omotransfobia Parlare Civile
Omotransfobia Parlare Civile

Tra i diversi relatori, rappresentanti sia del Municipio che delle associazioni LGBT di Roma, anche Maria Laura è intervenuta sul tema: “L’omotransfobia come paradigma negativo di rapporti sociali improntati alla marginalizzazione del diverso”.

Qui di seguito il video del suo intervento:

Attacco omofobico a Maria Laura

L’episodio il 23 ottobre 2017 in un ospedale romano

Ne dà notizia il sito del Di’Gay Project, associazione LGBT romana di cui Maria Laura è presidente.

L’articolo è di Karmel Attolico

La dinamica dei fatti, come riportato sui social dalla stessa Annibali, si svolge in uno dei scenari più soliti che frequentemente si verifica in ospedale quando si accompagnano parenti ed amici per piccoli interventi chirurgici che vengono effettuati in giornata. Per ammazzare l’attesa, in questo caso durata ben oltre sette ore, Maria Laura ha socializzato con le altre persone che erano sul posto e visto il clima cordiale creatosi intorno a lei, ha deciso di raccontare la sua storia sentimentale con Lidia, la loro unione civile fatta il 23 novembre dello scorso anno e come vivono quotidianamente il loro rapporto affettivo.

 Ma il caso ha voluto che tra i presenti ci fosse un uomo, abbastanza adulto, che ascoltava in silenzio e in disparte senza partecipare minimamente al discorso, e allorquando la moglie lo ha raggiunto in sala d’attesa visibilmente provata, la stessa ha provocato una reazione di estrema sensibilità in Maria Laura che ha chiesto all’infermiera che l’aveva accompagnata se la paziente stesse soffrendo molto. Tale atteggiamento di partecipazione solidale ha scatenato la reazione dell’uomo che è arrivato ad attaccare Maria Laura con insulti verbali della peggiore specie, nonostante la moglie lo invitasse a desistere da quell’atteggiamento negativo e inqualificabile, che denunciava in maniera palese la sua avversione per la persona che poco prima si era raccontata per quello che era, vale a dire una donna lesbica, ultrasettantenne – classe 1944 – appagata dalla sua relazione sentimentale con la compagna alla quale si era unita civilmente da quasi un anno, dopo quindici anni di legame sentimentale.

Purtroppo, data la circostanza del momento particolare, Maria Laura, seppur donna tenace che non si ferma mai davanti a tanta inciviltà, nell’imminenza dell’uscita di Lidia dal reparto annunciatole da un’infermiera, ha desistito dall’affrontare la persona omofoba per chiedere le sue scuse, lasciando che la stessa abbandonasse la sala d’aspetto uscendo dall’ospedale in maniera adirata e con atteggiamento intollerante.

Ma purtroppo non è l’unico episodio verificatosi in quel frangente perché come coda finale di quanto accaduto fino ad allora, a Lidia – come lei stessa racconta dalla pagina Facebook di Maria Laura – è toccato di subire un atteggiamento omofobico più istituzionale, subdolo, fatto di “silenzio tombale”, allorquando finito l’intervento ha chiesto all’infermiera di far sapere l’esito dello stesso a Maria Laura che aspettava fuori dal reparto e ha dovuto constatare che la sua richiesta cadeva nel vuoto assoluto, mentre, più o meno contestualmente, una signora presente nel reparto e interloquendo con Lidia, accortasi del legame tra le due donne, faceva presente che fuori dal reparto c’era la sua amica che l’aspettava. Di fronte a simile esternazione, Lidia replicava che la signora in questione era sua moglie. Una risposta che produceva un black out  delle voci di tutti i presenti nel corridoio del reparto.

Insomma, due episodi che ritraggono un’Italia post Unioni civili ancora impreparata a gestire il nuovo corso di una società inclusiva delle persone omosessuali, a tratti incredula della determinazione di queste ultime a venire allo scoperto con disinvoltura e onestà intellettuale, quest’ultima considerata ancora scomoda dai benpensanti attaccati allo stereotipo della coppia uomo-donna. Ma per fortuna, l’amore non conosce limiti e trova la forza per combattere l’omofobia e le sue manifestazioni.

La notizia ripresa anche, nello stesso giorno, dal sito di informazione LGBT Gaypost, che conclude descrivendo la solidarietà ricevuta da Maria Laura attraverso i social:

Intanto è scattata la solidarietà sui social network, come quella data da associazioni (tra cui il Mario Mieli di Roma e Stonewall GLBT di Siracusa) e da singoli/e militanti. Ma già ieri stesso Lidia si lamentava di un trattamento poco rispettoso nei confronti della loro realtà familiare su Facebook: «Dopo l’operazione con la flebo attaccata al braccio chiesi all’infermiera di far sapere qualcosa ai nostri parenti fuori, neanche mi rispose se ne andò» racconta, dal profilo della moglie. Continuando: «Una signora mi disse fuori c’è la sua amica che la sta aspettando; io le risposi non è mia amica ma mia moglie, nella stanza ci fu un silenzio tombale, dentro di me feci una considerazione “ancora nessuno ha accettato questa legge delle unioni civili, probabilmente ci vorranno secoli”».

Intervista a Smazing

“Noi lesbiche abbiamo due stigmi sociali: siamo donne e siamo omosessuali”

Smazing_logo

La prima volta che ho parlato con Maria Laura Annibali è stata per un’intervista sulle unioni civili: era gennaio e lei era “sposata” da tre mesi con Lidia, dopo 15 anni insieme. Il racconto della felicità di quel giorno è durato due minuti, perché poi la nostra conversazione si era naturalmente incanalata sulla lista delle “cose da fare ancora”. E Maria Laura, 72 anni, da tre presidente dell’associazione Di’Gay Project di Roma, per queste “cose” combatte quotidianamente. Visto che siamo nella settimana della “Giornata internazionale contro l’omofobia” (il 17 maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità ha eliminato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, Ndr), ho pensato di fare con lei un’altra chiacchierata.

intervista a cura di Antonella Scambia

https://www.smazing.life/post/maria-laura-annibali-noi-lesbiche-abbiamo-due-stigmi-sociali-siamo-donne-e-siamo-omosessuali

Maria Laura, che tempi sono questi? La cronaca recente ci ha raccontato l’arresto di otto ragazzi per il pestaggio, a gennaio, di due giovani omosessuali a Milano, e a Mosca c’è stato il fermo dell’attivista Yuri Guaiana, accusato di manifestazione non autorizzata per aver cercato di consegnare una petizione contro le persecuzioni di cui sono vittime i gay in Cecenia.
Intanto, facciamo una precisazione: quella che festeggiamo è la giornata internazionale contro la omotransfobia, perché le discriminazioni riguardano anche i trans. Poi, per la comunità Lgbt, o meglio Lgbtqi, sono tempi in cui bisogna scendere in piazza. Ci sono situazioni tremende in alcuni paesi stranieri: ci sono paesi in cui l’omosessualità è un reato punito con la pena di morte, o dove i gay sono regolarmente torturati e uccisi. In questi giorni parliamo di Cecenia, ma non c’è solo la Cecenia.

Anche in Italia dobbiamo scendere in piazza?
Certo: dobbiamo completare la legge Cirinnà con la stepchild adoption e dobbiamo arrivare al matrimonio egualitario. E dobbiamo fare una legge contro l’omofobia: sarebbe un segnale importante. È una legge necessaria: diventerebbe lo strumento per combattere tutte le discriminazioni e gli insulti di cui ancora siamo regolarmente vittime. Ti faccio un esempio: quando su “Stato civile” di RaiTre è andata in onda la puntata con l’unione mia e di Lidia, sulla mia pagina Facebook e su quella di RaiTre sono arrivati commenti del tipo “devono farti l’elettroshock” e “sei rimbambita”. Una donna ha scritto che, vedendo in televisione il nostro bacio, castissimo peraltro, l’abbiamo fatta vomitare. E con noi si sono limitati agli insulti. A una coppia di ragazze sarde, apparse nello stesso programma, sono arrivate minacce di morte. Sono cose che fanno male. Io che sono profondamente cristiana ti dico: Gesù non ha mica insegnato l’odio. Eppure molti di quelli che ci insultano, si dicono cristiani.

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12 Maggio 2016 – Omphalos presso Foligno

In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia e del passaggio del Giro d’Italia nella città di Foligno (Giovedì 12 maggio 2016), l’associazione Omphalos Arcigay Arcilesbica di Perugia ha presentato un dibattito sull‘ omofobia nel mondo dello sport presso lo Spazio ZUT! di Foligno (Corso Cavour, 83). L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Foligno ed è stata realizzata con la collaborazione di Di’Gay Project DGP Roma.

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La Locandina dell’evento

Maria Laura Annibali ha partecipato all’evento con la proiezione del suo docufilm L’altra altra metà del cielo.

Al dibattito sono intervenuti Luca Trappolin (sociologo dell’Università di Padova), Paolo Colombo (giornalista di La7 Sport) e Imma Battaglia (presidente onorario Di’Gay Project ed ex nazionale di pallamano). Ha concluso Adriano Bartolucci Proietti (coordinatore nazionale di GayCS Dipartimento LGBT di Aics – Associazione Italiana Cultura Sport).

Qui la pagina Facebook dell’evento: Omofobia e Sport – Dibattito e proiezione documentario.

Scopri e condividi la campagna #NoHero.
Non serve essere eroi, ma persone ordinariamente contro le discriminazioni.

Presso il Circolo “Le due porte” di Genova – 24 maggio 2015

Nell’ambito delle manifestazioni per “giornata internazionale contro l’omo/transfobia” 2015

La locandina dell’evento

Le associazioni “Gruppo Bethel LGBT Credenti liguri” e “SpA Politiche per le donne“, presentano il secondo documentario di Maria Laura Annibali “L’altra altra meta’ del cielo…continua”.

Intervengono:
Maria Laura Annibali – (presidente di Di’Gay Project) autrice del documentario
Loredana De Paoli – rappresentante associazione SpA-Politiche di donne
Laura Ridolfi – referente Gruppo Bethel LGBT Credenti liguri

A Livorno con il docu-film 2 il 18 maggio 2015

In occasione della giornata mondiale contro l’omofobia 2015

In occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia il Comune di Livorno e l’Associazione Ippogrifo promuovono presso il Centro Donna un incontro con Maria Laura Annibali autrice del docufilm “L’altra altra metà del cielo…continua” con l’obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno dell’ omofobia che spesso si traduce in azioni di violenza.

Recto della brochure dell’evento

Maria Laura Annibali, garante per le Pari Opportunità della Regione Lazio, da tempo impegnata nel volontariato per la comunità LGBTQI, è presidente della Associazione “DI’GAY PROJECT” di Roma.

Maria Laura, nell’intervistare donne lesbiche di diversa età e con diverse esperienze, porta spettatrici e spettatori ad immergersi in un mondo troppo spesso sconosciuto, e per questo vittima di stereotipi e luoghi comuni. In una società come la nostra, che si professa così civilizzata, molteplici sono ancora i pregiudizi e le discriminazioni da abbattere. Maria Laura afferma: “… sono discriminata perché sono donna, perché sono lesbica, e perché sono grande…ritengo che l’età debba essere un valore in un paese civile !”

“L’altra altra metà del cielo …continua
In questo ultimo suo lavoro l’autrice continua a indagare nella realtà ampia e variegata del lesbismo. Il tessuto è l’intreccio di varie interviste a donne molto diverse tra loro che hanno in comune l’essere lesbiche. Chiudono il film le testimonianze di una “regina della notte” e di una leader del movimento gay e lesbico. Lo stile narrativo di Maria Laura Annibali è ancora una volta personale e molto partecipativo: lei vuol raccontare le storie di alcune donne ma in realtà racconta di sé con ricordi d’infanzia, foto di famiglia, le emozioni più recenti legate agli incontri della maturità, con una interruzione, una domanda, uno sguardo.

Verso della brochure dell’evento

Presente: Stella Sorgente Vice Sindaco, Assessora all’Istruzione e alle Pari Opportunità del Comune di Livorno

Coordina il dibattito: Maria Giovanna Papucci Presidente Ippogrifo, Responsabile del Centro Donna

A seguire: Concerto lirico con Annarosa Carnieri al pianoforte e Mandy contralto lirico-liederista

Fotogallery dell’evento

Al Liceo Aristofane di Roma

In occasione della giornata mondiale contro l’omofobia 2015

presentazione aristofane laura

14 maggio 2015 presso il Liceo Aristofane di Roma si proietterà il Docufilm “L’Altra Altra Metà del Cielo…continua” di Maria Laura Annibali, regia di Laura Valle.

OSPITI:

  • Imma Battaglia: consigliere comunale di Roma capitale, attivista italiana e fondatrice del Di’Gay Project-DGP
  • Edda Billi: presidente onoraria A.F.F.I. – Casa Internazionale delle Donne
  • Mauro Cioffari: consigliere Municipio I Roma Centro
  • Alessandro Paesano: militante esperto in pregiudizi e media
  • Filippo Soldi: regista

Intervista per Donna10.it in video

Maria Laura interviene sulle questioni di attualità per la comunità LGBT in Italia

Intervista di Azzurra Lorenzini per Donna10.it – 15 luglio 2011.
Video a cura di BitEditor in Dailymotion

Laura Annibali fa parte della Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio. Ma la politica e l’attivismo non sono le sue uniche passioni o ispirazioni. Laura ha diretto il documentario L’Altra Altra metà del cielo, uno splendido viaggio nella vita di cinque donne lesbiche, dipinto con realismo e sincerità, per dar voce a chi resta spesso e purtroppo inascoltato nella società odierna. La Annibali contribuisce al progetto Di’Gay Project che da una mano concreta alla comunità LGBT, offrendo un’oasi di speranza per chi si trova spaesato di fronte alla scoperta della propria omosessualità ed aiutando i giovani a vivere con tranquillità e normalità la propria vita. L’abbiamo intervistata a proposito dello spettacolo teatrale I cum ergo sum che domani debutterà al Gay village 2011. Ci ha svelato a cuore aperto i suoi segreti, i suoi sogni ed i retroscena di questo cammino teatrale, con potagonista un uomo che lotta per trovare la propria identità e per combattere la malattia.

Il testo dell’intervista, pubblicato da Donna10.it, si può leggere solo qui.

Intervista per Donna10.it

Maria Laura sull’attualità delle questioni LGBT in Italia

Intervista di Azzurra Lorenzini per Donna10.it – 15 luglio 2011.

Laura Annibali fa parte della Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio. Ma la politica e l’attivismo non sono le sue uniche passioni o ispirazioni. Laura ha diretto il documentario L’Altra Altra metà del cielo, uno splendido viaggio nella vita di cinque donne lesbiche, dipinto con realismo e sincerità, per dar voce a chi resta spesso e purtroppo inascoltato nella società odierna. La Annibali contribuisce al progetto Di’Gay Project che da una mano concreta alla comunità LGBT, offrendo un’oasi di speranza per chi si trova spaesato di fronte alla scoperta della propria omosessualità ed aiutando i giovani a vivere con tranquillità e normalità la propria vita. L’abbiamo intervistata a proposito dello spettacolo teatrale I cum ergo sum che domani debutterà al Gay village 2011. Ci ha svelato a cuore aperto i suoi segreti, i suoi sogni ed i retroscena di questo cammino teatrale, con potagonista un uomo che lotta per trovare la propria identità e per combattere la malattia.

Si può seguire anche in video su Dailymotion by BitEditor

G: Parlando del suo ruolo di attivista e di donna impegnata politicamente a sostegno delle pari opportunità, qual è la situazione italiana della comunità LGBT, secondo lei, e quali sono i problemi principali che affliggono i gay e le lesbiche dichiarate?

Maria Laura Annibali

Laura: Per la mia posizione di donna impegnata su più fronti: sono nella Consulta femminile per le pari opportunità della Regione Lazio da ben ormai sei anni e, tra l’altro sono a fine mandato, perché, insomma, dopo due mandati, è anche giusto dare la possibilità ad altri e dovrebbe essere così in ogni ambito e mi occupo da ormai 10 anni dei problemi della comunità LGBT, ritengo che la situazione francamente, in questo momento, non sia ottimale né per le donne né per l’intera comunità LGBT, benché siano stati fatti, rispetto a trent’anni fa, dei passi giganteschi. Ho trattato le problematiche lesbiche nel mio documentario L’Altra Altra Metà Del Cielo; non solo Altra, perché l’altrà metà sono le donne; l’altra altra sono le donne lesbiche. Qui ho avuto modo di far parlare anche donne più grandi di me che hanno fatto la Rivoluzione. Dopo il Cristianesimo, la più grande rivoluzione del genere umano è stata il Femminismo. Come femminista, ritengo che, per quanto riguarda la politica delle donne, ci sia una forte stasi. Credevamo di poter ottenere molto di più. Per fortuna, adesso, c’è un movimento bellissimo, Se non ora quando che ci ha riportato indietro nel tempo alle riunioni di trent’anni fa che, ovviamente non potevano avere il seguito che hanno oggi, con internet, ad esempio. Come donne, quindi, ci siamo un po fermate, ma ci riprenderemo senz’altro. Invece, il movimento LGBT ha fatto, in questi anni, un buon cammino. Mentre le donne vengono uccise dagli ex mariti, per la comunità LGBT generalmente, quelli maltrattati sono gli uomini. Di violenza ce n’è davvero troppa nei confronti dei gay e non bisogna arrivare a fatti tragici per fare qualcosa. Benché sia stato fatto un buon cammino, finché non riusciremo ad ottenere i diritti civili ed una legge contro l’omofobia, non sarà stato fatto tutto il possibile.

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