Maria Laura e Lidia “spose” in chiesa ad Assisi, il racconto

In occasione del quarto anniversario dell’unione civile con Lidia, Maria Laura ricorda il “matrimonio” religioso celebrato il 23 agosto 2017.

“Per grazia di Dio sono lesbica e sono sposata, anche davanti a Dio, con Lidia. Non è fantastico?”.

di Federico Boni
per Gay.it: https://www.gay.it/maria-laura-lidia-spose-chiesa-assisi-racconto

Maria Laura Annibali, 75enne Presidente dell’Associazione DI’GAY Project, e Lidia, 72 anni, si conoscono da 17 anni. A quattro anni dalla loro unione civile, Maria Laura e Lidia sono andate ad Assisi, in una delle tante cappelle dell’Eremo delle Carceri in cui san Francesco e i suoi seguaci si ritiravano per pregare e meditare, per ‘sposarsi’. A raccontarci quanto accaduto la stessa Maria Laura, che ha scritto un lungo e dettagliato resoconto di una giornata decisamente particolare. A celebrare l’unione delle due donne, un ex sacerdote.

“Ci devo riflettere un attimo”, così mi rispose l’amico Roberto Tavazzi quando gli chiesi di celebrare per me e Lidia il matrimonio religioso. Roberto è oggi un anziano signore che vive in Umbria da vent’anni dopo aver lasciato la Lombardia quando, presa consapevolezza di essere gay, ha smesso di fare il prete (cattolico, ovviamente) e, a 43 anni suonati, ha provato a imbastire una nuova vita. Non ho usato a caso l’espressione “smesso di fare”, perché sono tuttora convinta che, per un credente (di qualunque natura), un ministro di culto non è semplicemente un professionista del sacro, cioè non esercita solo un mestiere, ma è un tramite con Dio e quindi, per me, Roberto ha smesso di “fare” il prete, ma non ha smesso di “essere” prete”.

Maria Laura, fortemente cattolica, ne è fermamente convinta, anche perché ha “ancora vivido il ricordo di quello che ci hanno fatto imparare a memoria quando, da piccola, frequentavo il catechismo (ed ero pure molto brava, essendomi meritata alcuni premi del concorso “Veritas” nelle gare di dottrina cristiana degli anni ’50) e cioè che se uno diventa prete lo rimane per sempre. Non solo ma ricordo che ci hanno insegnato pure che, nella logica dei sacramenti cattolici, chi “celebra” il matrimonio non è il prete, bensì gli sposi, o meglio, nel caso mio, le spose, particolare quest’ultimo non certo trascurabile”.

Roberto, amico di una vita, non ha perso tempo nel dare una risposta alle due donne, condividendo con entrame le ragioni profonde di questa volontà. “Non doveva essere una cosa finta, una “imitazione”, ma una cosa vera, perché ci sono tutti gli elementi perché lo sia, anche se fuori dalle convenzioni sociali”, precisa Maria Laura, da sempre dichiaratamente credente.

Assisi, 23 agosto 2017. Maria Laura e Lidia “spose” anche religiosamente.

Ancora una volta ci siamo dichiarate l’una all’altra, Roberto il testimone a rendere visibile ai nostri occhi una realtà che, pur infinitamente più grande di noi, in quel momento ci ascoltava e ci abbracciava. Fu un momento di emozione intensa, indimenticabile. Sono consapevole che raccontare di matrimonio religioso omosessuale faccia storcere il naso, ma faccio notare che tale reazione è la medesima sia dentro le comunità religiose ufficiali che dentro la stessa comunità LGBT. Le ragioni sono ovviamente opposte. Le prime perché credono che Dio non possa benedire ciò che sarebbe contro natura, le seconde perché pensano che non abbiamo bisogno della benedizione di alcuno per vivere quello che siamo”.

Maria Laura è consapevole che troppo spesso “parlare di omosessuali “credenti” a molti” appaia “come una contraddizione in termini e, in effetti, lo è se si considera la “struttura” religiosa che, la storia lo insegna, è all’origine di tanta parte dei conflitti tra i popoli, così come lo è anche dei conflitti nella vita delle persone, generando ingiustificati sensi di colpa, che impediscono l’accettazione serena di sé”. “Io non voglio dare l’impressione di volere cercare un compromesso o una via mediana (non ci può essere compromesso con chi ci nega la vita!)”, sottolinea, “ma forse può aiutare il fatto di separare la fede dalla religione: io sono credente, lo ribadisco, ma non seguo una religione precisa; ovviamente, come la maggior parte degli italiani, sono di formazione cristiano-cattolica, ma ciò non mi ha impedito di credere che sono lesbica perché Dio vuole così e solo così posso essere felicemente me stessa; se poi è vero che è nell’amore soltanto che possiamo trovare Dio, allora per me questo ha il volto di Lidia e questo ho confermato con il matrimonio celebrato ad Assisi. Quello che al riguardo possono pensare le chiese o religioni ufficiali, variamente denominate, non mi scalfisce minimamente né mi interessa, se non nella misura in cui fa del male a tanti e tante o ostacola il raggiungimento dei pari diritti. Per grazia di Dio sono lesbica e sono sposata, anche davanti a Dio, con Lidia. Non è fantastico?”.

Giornata della Memoria al VII Municipio di Roma

Il 27 gennaio, dalle 10 alle 13, nella Sala Rossa di Piazza di Cinecittà 11, un incontro, aperto alle scuole e alla cittadinanza, dal titolo “Le donne e l’olocausto dimenticato, storie di coraggio e di speranza“.

L’iniziativa nasce all’intero del progetto municipale di costruzione della Comunità educante diffusa territoriale e arricchisce la rassegna capitolina “Memoria genera futuro”.

L’iniziativa, aperta alle scuole e a tutta la cittadinanza, è stata organizzata per il 27 gennaio 2020 nella Sala Rossa di Piazza di Cinecittà 11 dal Municipio Roma VII nell’ambito dei progetti “Comunità educante diffusa” e “LegAmi al territorio”.

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2020.01.27 La locandina dell’evento

Si parte alle 10 con il coro delle scuole medie I.C. Raffaello e Ponte Linari Scuola di Musica e si prosegue con una tavola rotonda dal titolo “Le donne e l’olocausto dimenticato, storie di coraggio e di speranza” a cui parteciperanno Malena Halilovic, di Romà Onlus, Marina Pierlorenzi dell’ANPI, Leila Daianis, dell’Associazione Libellula, Maria Laura Annibali di Di’Gay Project , Simonetta Giustini del Centro diurno Cinecittà DSM ASLRoma 2 e l’artista Valeria Catania.

L’intervento di Maria Laura

Intervista per Donna10.it in video

Maria Laura interviene sulle questioni di attualità per la comunità LGBT in Italia

Intervista di Azzurra Lorenzini per Donna10.it – 15 luglio 2011.
Video a cura di BitEditor in Dailymotion

Laura Annibali fa parte della Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio. Ma la politica e l’attivismo non sono le sue uniche passioni o ispirazioni. Laura ha diretto il documentario L’Altra Altra metà del cielo, uno splendido viaggio nella vita di cinque donne lesbiche, dipinto con realismo e sincerità, per dar voce a chi resta spesso e purtroppo inascoltato nella società odierna. La Annibali contribuisce al progetto Di’Gay Project che da una mano concreta alla comunità LGBT, offrendo un’oasi di speranza per chi si trova spaesato di fronte alla scoperta della propria omosessualità ed aiutando i giovani a vivere con tranquillità e normalità la propria vita. L’abbiamo intervistata a proposito dello spettacolo teatrale I cum ergo sum che domani debutterà al Gay village 2011. Ci ha svelato a cuore aperto i suoi segreti, i suoi sogni ed i retroscena di questo cammino teatrale, con potagonista un uomo che lotta per trovare la propria identità e per combattere la malattia.

Il testo dell’intervista, pubblicato da Donna10.it, si può leggere solo qui.

Intervista per Donna10.it

Maria Laura sull’attualità delle questioni LGBT in Italia

Intervista di Azzurra Lorenzini per Donna10.it – 15 luglio 2011.

Laura Annibali fa parte della Consulta Femminile per le Pari Opportunità della Regione Lazio. Ma la politica e l’attivismo non sono le sue uniche passioni o ispirazioni. Laura ha diretto il documentario L’Altra Altra metà del cielo, uno splendido viaggio nella vita di cinque donne lesbiche, dipinto con realismo e sincerità, per dar voce a chi resta spesso e purtroppo inascoltato nella società odierna. La Annibali contribuisce al progetto Di’Gay Project che da una mano concreta alla comunità LGBT, offrendo un’oasi di speranza per chi si trova spaesato di fronte alla scoperta della propria omosessualità ed aiutando i giovani a vivere con tranquillità e normalità la propria vita. L’abbiamo intervistata a proposito dello spettacolo teatrale I cum ergo sum che domani debutterà al Gay village 2011. Ci ha svelato a cuore aperto i suoi segreti, i suoi sogni ed i retroscena di questo cammino teatrale, con potagonista un uomo che lotta per trovare la propria identità e per combattere la malattia.

Si può seguire anche in video su Dailymotion by BitEditor

G: Parlando del suo ruolo di attivista e di donna impegnata politicamente a sostegno delle pari opportunità, qual è la situazione italiana della comunità LGBT, secondo lei, e quali sono i problemi principali che affliggono i gay e le lesbiche dichiarate?

Maria Laura Annibali

Laura: Per la mia posizione di donna impegnata su più fronti: sono nella Consulta femminile per le pari opportunità della Regione Lazio da ben ormai sei anni e, tra l’altro sono a fine mandato, perché, insomma, dopo due mandati, è anche giusto dare la possibilità ad altri e dovrebbe essere così in ogni ambito e mi occupo da ormai 10 anni dei problemi della comunità LGBT, ritengo che la situazione francamente, in questo momento, non sia ottimale né per le donne né per l’intera comunità LGBT, benché siano stati fatti, rispetto a trent’anni fa, dei passi giganteschi. Ho trattato le problematiche lesbiche nel mio documentario L’Altra Altra Metà Del Cielo; non solo Altra, perché l’altrà metà sono le donne; l’altra altra sono le donne lesbiche. Qui ho avuto modo di far parlare anche donne più grandi di me che hanno fatto la Rivoluzione. Dopo il Cristianesimo, la più grande rivoluzione del genere umano è stata il Femminismo. Come femminista, ritengo che, per quanto riguarda la politica delle donne, ci sia una forte stasi. Credevamo di poter ottenere molto di più. Per fortuna, adesso, c’è un movimento bellissimo, Se non ora quando che ci ha riportato indietro nel tempo alle riunioni di trent’anni fa che, ovviamente non potevano avere il seguito che hanno oggi, con internet, ad esempio. Come donne, quindi, ci siamo un po fermate, ma ci riprenderemo senz’altro. Invece, il movimento LGBT ha fatto, in questi anni, un buon cammino. Mentre le donne vengono uccise dagli ex mariti, per la comunità LGBT generalmente, quelli maltrattati sono gli uomini. Di violenza ce n’è davvero troppa nei confronti dei gay e non bisogna arrivare a fatti tragici per fare qualcosa. Benché sia stato fatto un buon cammino, finché non riusciremo ad ottenere i diritti civili ed una legge contro l’omofobia, non sarà stato fatto tutto il possibile.

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