Presentazione di Donne da sfogliare

Il 14 febbraio alla Casa Internazionale delle Donne

Le “Donne da sfogliare” sono Edda Billi e Maria Laura Annibali, attiviste italiane dei diritti civili, che attraverso testimonianze vive parlano del complesso viaggio che porta alla presa di coscienza del vero sé.

Donne da sfogliare
Donne da sfogliare

“Donne da sfogliare” è l’omaggio che Alessandra Bialetti e Lidia Borghi hanno voluto rendere a Edda Billi e Maria Laura Annibali, attiviste italiane dei diritti civili. Diverse per cultura e per formazione politica, queste donne dalle vicende particolari hanno in comune l’orientamento sessuale e l’epoca in cui nacquero, quella della dittatura fascista. Dalle risposte alle domande che le autrici hanno rivolto loro sono emersi sia l’aspetto privato sia l’impegno civile delle due donne, l’una femminista separatista, l’altra impegnata nel mondo LGBT, romano e non solo. Ne è nata una visione d’insieme in cui le vicende di Billi e Annibali si inseriscono nel complesso spaccato storico della nostra storia recente. Il libro offre due testimonianze vive, emozionanti, ora drammatiche ora divertenti, che prendono per mano la lettrice e il lettore e li conducono alla comprensione del viaggio, spesso lungo e difficile, che porta alla presa di coscienza del vero sé.

E’ possibile acquistare il libro sul sito della casa editrice Le Mezzelane

28 Maggio 2016 – Incontro con l’autrice Lidia Borghi Sagone

Sabato 28 maggio 2016 si è tenuto un incontro con l’autrice Lidia Borghi Sagone presso il Salotto di Giano, a Roma.

Lidia Borghi Sagone, nata a Genova, è un’autrice poliedrica: medievista, giornalista, soggettista, copy/web editor e fotoreporter. Da molti anni è attivista per i diritti umani, occupandosi di storia del lesbismo e del rapporto tra fede e omosessualità. Nel 2014 ha pubblicato per Gabrielli Editore “L’amore autentico. Omosessualità e fede, due madri raccontano”, e nel 2015 “A testa Altra” con Greenbooks.

Al fianco dell’autrice, che ha parlato della sua raccolta letteraria e
giornalistica, è intervenuta Maria Laura Annibali.


Per saperne di più: http://www.ilsalottodigiano.it/event/incontro-con-lautrice-lidia-borghi-sagone/

Tempi di fraternità – A cuore aperto dietro le sbarre

Un articolo di Lidia Borghi pubblicato su Tempi di fraternità racconta l’esperienza di Maria Laura Annibali che ha portato in carcere, carceri femminili ma non solo, i suoi documentari.

L’articolo è stato ripreso anche dal sito online della Polizia penitenziaria Le due città il 13 febbraio 2014.

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Al Circolo Mario Mieli di Roma

Presentazione del docu-film L’altra altra metà del cielo… continua – 12 gennaio 2014

Intervengono alla presentazione del docu-film (regia Laura Valle) e del libro relativo (Edizioni Libreria Croce, 2013), oltre all’autrice del documentario e curatrice del volume Maria Laura Annibali, Antonella Montano, Imma Battaglia, Lidia Borghi.

Introduce Andrea Maccarrone, presidente del Circolo; modera Alessandro Baracchini di RaiNews24.

La locandina dell’evento

A Rebibbia per il secondo docu-film

Il 3 dicembre presentato il documentario di Maria Laura Annibali, L’altra altra metà del cielo… continua

La locandina dell’evento

Dopo l’esperienza del mese precedente con L’altra altra metà del cielo, l’Associazione Di’Gay Project (DGP) ritorna nella sezione femminile del carcere di Rebibbia con il secondo documentario di Maria Laura Annibali, L’altra altra metà del cielocontinua, in cui l’autrice, con la regia di Laura Valle, intervista se stessa e altre donne omosessuali.

Alla proiezione interverranno, oltre all’autrice del docu-film Maria Laura Annibali, Imma Battaglia, consigliera Sel di Roma Capitale, il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, Antonella Montano, psicoterapeuta, direttrice Istituto T. Beck, Lidia Borghi, giornalista e scrittrice, Marco De Giorgi, direttore generale dell’UNAR e il provveditore PRAP Maria Claudia Di Paolo.

Lidia Borghi ha poi raccontato come ha vissuto questa esperienza: l’articolo di può leggere qui; inoltre ne ha fatto oggetto di un intervista con Maria Laura, pubblicata in questa altra pagina.

Recensione del libro L’altra altra metà del cielo… continua

Pubblicato da Edizioni Libreria Croce

di Lidia Borghi

La recensione è pubblicata qui: http://www.anobii.com/…/9788864021751/014c11a9a279516fd0/

Il libro L’altra altra metà del cielo… Continua è stato pubblicato a tre anni di distanza dall’uscita del primo docu-film che Maria Laura Annibali ha voluto dedicare alla cultura lesbica italiana; correva l’anno 2009 e, per la prima volta, alcune lesbiche avevano scelto di comparire davanti alla macchina da presa per parlare di sé a tutto tondo; da quell’esperienza nacque il primo volumetto – con DVD allegato – dal titolo L’altra altra metà del cielo.

La copertina del libro

Questa seconda scelta letteraria ha dato modo a quattro donne impegnate nel sociale di fare il punto sulla condizione delle lesbiche nel nostro Paese, ognuna a partire dal suo specifico campo d’azione. E così, la psicologa e psicoterapeuta Antonella Montano ha messo sotto la lente d’ingrandimento le protagoniste del secondo video di Annibali offrendo a chi legge un’analisi dettagliata delle rispettive vicende personali, la giornalista Delia Vaccarello si è soffermata su alcuni aspetti della relazione d’amore che, all’epoca delle riprese, le due interpreti più giovani stavano vivendo, l’avvocata Valentina Ciaramella ha riassunto in modo assai preciso la situazione giuridica italiana in termini di tutela delle persone lesbiche e gay, mentre la sottoscritta [Lidia Borghi] ha proposto alcune analogie storiche fra una manciata di storie d’amore lesbico vissute dalle protagoniste nel secolo scorso e quelle che le femmine che amano le femmine allacciano oggi, nell’Italia odierna.

Il risultato dei quattro saggi è – nonostante la varietà delle argomentazioni – un insieme omogeneo il cui filo conduttore è duplice: se, da un lato, è chiara la volontà di approfondire i vissuti delle otto protagoniste del video di Maria Laura Annibali in modo più incisivo rispetto alle loro dichiarazioni davanti alla telecamera di Laura Valle, dall’altro risalta in modo netto l’importanza delle testimonianze dirette, al fine di ridare dignità storica e sociale alla metà lesbica del cielo che, a causa del maschilismo patriarcale vigente nel nostro Paese da tempo immemorabile, è stata costretta a vivere la propria cultura in modo sotterraneo. Ecco perché i docu-film di Annibali sono importanti in quanto, come ha avuto modo di affermare Imma Battaglia durante la prima presentazione di questo volumetto presso la Casa internazionale delle donne a Roma, il 13 febbraio 2013, nel momento in cui si dà voce a coloro cui nessuno ha mai concesso di raccontarsi, si mette in pratica un atto di grande civiltà, mentre si agisce nella direzione dell’accoglienza inclusiva di una parte consistente, a livello culturale e personale, di persone che vivono ed amano come tutte le altre.
Perché, dunque, questo libro dovrebbe essere letto? Perché la congiuntura storica che stiamo vivendo è matura per contribuire ad eliminare dalla mente dell’opinione pubblica la convinzione che le lesbiche non esistano e perché sarebbe un delitto continuare a mantenere sotterranei i saperi delle donne che amano le donne, malgrado il fatto che la maggior parte di esse, ancora oggi, si costringa ad una vita di facciata per paura dello stigma sociale.

Presentazione del libro L’altra altra metà del cielo… continua

Pubblicato da Edizioni Libreria Croce di Roma

La locandina dell’evento

Mercoledì 13 febbraio 2013 alla Casa internazionale delle Donne a Roma.

Interverranno:

  • Patrizia De Rose – Dip. Pari opportunità della Presidenza del Consiglio
  • Imma Battaglia – Presidente Di’Gay Project
  • Simona Clivia Zucchetti – Vice-presidente Equality Italia

Maria Laura Annibali autrice del documentario e curatrice del volume

Le autrici dei saggi contenuti nella pubblicazione:

  • Antonella Montano – Psicoterapeuta, Direttrice dell’Istituto Beck di Roma
  • Delia Vaccarello – Giornalista, scrittrice
  • Valentina Ciaramella – Avvocato
  • Lidia Borghi – Scrittrice, pubblicista

Modera: Alessandro Baracchini – Giornalista RaiNews24
Sarà presente l’editore Fabio Croce.

Cortometraggiblog

Alcuni articoli pubblicati su cortometraggiblog.it che parlano di Maria Laura Annibali e delle sue opere:

I corti altri. Il caso de L’altra altra metà del cielo… Continua -6 Febbraio 2012

Prima della prima – 30 Gennaio 2012

I corti “altri”. Il caso de L’altra altra metà del cielo – 8 Marzo 2011

Lidia Borghi – Io urlo, quindi sono!

Un articolo scritto da Lidia Borghi.

Omaggio allo spettacolo teatrale di Danilo Gattai

Metti una sera d’estate. L’aria è fresca, piacevole dopo l’ennesima afosa giornata romana. Ti ritrovi davanti ad un palco i cui riflettori sono spenti. Per ora. Tra poche ore le tavole di quel palcoscenico si animeranno.

Metti che un gruppo di persone prenda posto, nella penombra, in una platea improvvisata e che, d’un tratto, le luci si accendano. Ed ecco che una danzatrice muove i primi passi sulle tavole di legno del palco. Ha il volto seminascosto da una coltre color rosso scarlatto, lo stesso che tinge il sangue che scorre nelle vene. Quel sangue è il fluido più prezioso del protagonista di un lavoro teatrale assai innovativo. Un sangue corrotto, infetto, scabroso, ma solo per chi tale lo considera.

La danzatrice continua leggiadra il suo volo, metafora della vita dell’interprete principale di I cum, ergo sum, scritto e diretto da Danilo Gattai, attore ed autore teatrale di grande talento che, all’interno dei laboratori teatrali organizzati dal Di’ Gay Project, ha messo su uno spettacolo inusuale, crudo, intelligente, mai banale, ricco di spunti di riflessione, incentrato sul tema dell’omosessualità maschile in tutte le sue sfaccettature.

Dalla presa di coscienza dell’orientamento omosessuale alla ricerca dell’altro; dalla frequentazione assidua dei luoghi delbattuage allo scontro con persone che sono alla ricerca di sesso facile e veloce, che non lasci traccia, se non nell’anima di chi vuole di più, vuole andare oltre, vuole giungere al cuore del maschio di turno; dallo scontro aperto con ragazzi dalla doppia vita, normali di giorno ed omosessuali di notte – con fidanzata a carico – fino alla scoperta della sieropositività.

E poi c’è quella madre, al cui personaggio appartengono le battute iniziali dello spettacolo, così come quelle finali: è lei il fulcro di tutto, è lei la genitrice di cotanta diversità, è lei che sospetta ma non interviene, subodora ma è impotente, capisce ma non comprende. Non può, non ne ha i mezzi, civili prima ancora che personali. È la società cui la donna appartiene a non capire, essa per prima, che si può nascere maschi e, malgrado ciò, amare persone appartenenti al proprio sesso. Malgrado… Mal grado: è così che appaiono i froci agli occhi della gran parte della gente, un grado tristo, cattivo, una categoria che a mala pena – a stento – arranca nella società, ne vive ai margini, viene schifata dai “normali”, viene vilipesa, infamata, offesa, stigmatizzata.

E quella madre è sempre lì, a ricordare al nostro uomo il suo stigma. Lei, con indosso una vestaglia rossa, sciatta quanto basta per trasmetterci la sua resa di fronte ad una vita che è troppo dolorosa, farà da cornice all’intera rappresentazione, durante la quale le diverse voci del diverso, il protagonista, vengono rigettate addosso alla platea silenziosa, attonita, commossa, da cinque ragazzi. Cinque differenti livelli di dolore ed altrettanti temi scottanti che, per tono e crudezza, giungono sui visi delle persone spettatrici come tanti schiaffi.

Dal disgusto alla profonda umanità, che traspare dalle battute dei cinque interpreti, la voce narrante attraverso di loro parla, urla, piange, strepita, si addolora, riesce vincitrice dall’improba lotta con una vita che la gente comune vorrebbe corrotta dalla cosiddetta peste del ventesimo secolo. Come un povero cristo che si divincola per liberarsi dei chiodi di una croce chiamata HIV, il protagonista della pièce teatrale riesce ad uscire dalla presa mortale di un virus che, fino a pochi anni fa, non lasciava scampo e che oggi, grazie ad una terapia mirata, sta garantendo un’alta qualità di vita a tante persone, in Italia.

E la trasandata madre resta lì, a meditare sui suoi dolori, sempre più incapace di gestire quel figlio scomodo; preferisce tacere, intenta ad ultimare il suo lavoro al tombolo, mentre il tempo passa e il protagonista continua ad ammucchiare, in un angolo del suo cuore infranto, storie storte con uomini dalla mentalità distorta, abituati a simulare e dissimulare, a mentire ed infangare, a scopare ed a piangersi addosso.

E la voce narrante insiste, attraverso i cinque alter ego, nel rivendicare la sua identità personale, forte più della morte: «Io sono altro da quegli attimi rubati di sesso sfrenato! Io sono qualcosa in più di quelle masturbazioni feroci, di quella ricerca del piacere a tutti i costi! È mai possibile che l’omosessualità maschile sia una mera questione rettale? Io sono oltre gli abusi fatti alla mia anima, al mio cuore ed al mio corpo! Io sono oltre!» Oltre… Oltre le tenebre di troppe notti passate a scappare da sé, oltre la prigione delle menzogne, oltre la gabbia della sieropositività. “Si fotta la sieropositività! Io urlo, quindi sono!

La stanca madre è ancora lì, a dominare la scena. A lei spetterà l’ultima battuta, a lei l’uscita di scena; come è entrata, così ne uscirà, quando l’ultimo grido sarà uscito dalla gola delle cinque voci, quando l’ultimo loro gesto avrà smesso di espandersi verso il pubblico, quando l’ultimo passo della danzatrice, incollata ad una delle quinte, si sarà compiuto. Quando, infine, l’ultima lacrima del protagonista si sarà asciugata, segno che la lunga battaglia contro il dolore sarà stata vinta.

Per quella madre che non riesce ad essere dea madre, per una società che non riesce ad affrontare l’omosessualità senza inorridire, per il disgusto di coloro che si sentono infettati dalla diversità altrui, per la criminalità di chi sa dell’HIV ma continua a tacerne. Per costoro esisterà sempre una forma di riscatto. Essa ha a che fare con termini – che non sono solo parole – quali: identità personale, dignità e rispetto. Pietà per chi ama.

Grazie a Davide Cortese, Filippo Di Lorenzo, Ezio Di Maria, Mirko Ferramola e Danilo Zuliani, i cinque alter ego del protagonista.

Grazie a Maria Laura Annibali, la madre attonita.

Grazie a Danilo Gattai, il protagonista di un lavoro autobiografico che va oltre gli steccati del pregiudizio.

Genova 22 maggio 2010

Evento di presentazione di “L’altra altra metà del cielo” agli studenti e alla cittadinanza nella cornice del Palazzo Ducale.

Partecipa l’autrice, introduce l’incontro Lidia Borghi, vice pres. dell’Ass. Swara, modera la giornalista Donatella Alfonso. Intervengono: Imma Battaglia, presidentessa Dì Gay Project, Laura Ridolfi, presidentessa dell’Associazione culturale Swara, Cristina Ombra, psicologa e psicoterapeuta. Partecipano gli studenti del Vittorio Emanuele II, invitati per l’occasione dal professor Nicolò Scialfa, preside uscente dell’istituto e consigliere regionale.

A cura di Associazione culturale Swara, in collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova, con il patrocinio di Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune, Provincia e Presidenza del Consiglio Provinciale di Genova.