Anzio. Intervista a Edda Billi

In occasione del conferimento del premio alla Cultura con Maria Laura Annibali

di Emilio Sturla Furnò pubblicato il 22 agosto 2017 su Pride online

Edda Billi e Maria Laura Annibali al Teatro di Documenti di Roma – Foto di Lidia Borghi

Tra i premiati sono presenti anche due figure importanti nell’ambito dell’attivismo Lgbti: Maria Laura Annibali – presidente del Di’Gay Project e nota attivista, documentarista e filmmaker, testimonial della legge sulle unioni civili – e Edda Billi poeta raffinata, una delle principali protagoniste del lesbofemminismo.

Edda Billi è Presidente onorario dell’AFFI (Associazione Federativa Femminista Internazionale) che unisce circa sessanta associazioni tra cui Telefono Rosa e Il paese delle Donne. Ha fondato la Casa Internazionale delle Donne di Roma, ed è stata fautrice, negli anni ’70, del celebre collettivo di Via Pompeo Magno.

Ci sono donne che hanno passato tutta la loro vita sotto il patriarcato” – afferma Billi raggiunta al telefono – “Queste manifestazioni, questi riconoscimenti sono un grandissimo aiuto per divulgare il grande impegno delle donne. Oggi più che mai è necessario uscire dal silenzio. Il mondo, tutto, vive un momento storico difficilissimo. Spesso siamo impotenti di fronte ai gravi accadimenti a cui assistiamo, con un forte ritorno di pensieri legati al fascismo. Personalmente non amo molto i premi, ma questo per me è assai importante, perché mi consente di sottolineare il tema del lesbofemminismo. spesso nel silenzio. Il termine lesbismo per molto tempo faceva effetto solo ad essere pronunciato. In un certo senso è stato spesso coperto dal grande mantello del femminismo. Quando le donne hanno preso in mano la oro vita, hanno anche potuto specificare di essere lesbiche e sono state in grado di comprendere il loro valore. Non va dimenticato che sono le donne a mettere al mondo il mondo. Eppure, il grave fenomeno del femminicidio è dilagante. Si è detto che il patriarcato non sia morto; in verità, ritengo che esso abbia un fratello gemello che continua ad agire”

Gay.it – Unioni civili, il sì di Maria Laura e Lidia

La notizia sui principali siti di informazione LGBT italiani

Pride Online ha raccontato l’Unione Civile di Maria Laura e Lidia.

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“Sono da poco passate le 12.30. Alle pendici del Celio in Roma si sono unite civilmente la 72enne Maria Laura Annibali e la 69enne Lidia Merlo. Ad accoglierne la dichiarazione nella suggestiva cornice dell’ex complesso benedettino di S. Maria in Tempulo la senatrice dem Monica Cirinnà, che ama definirsi la “madre della legge sulle unioni civili”.”

Reportage dell’evento da Gay.it
con foto di Aurelio Mancuso

Lidia scrisse “Laura, ti amo appassionatamente” sul muro di fronte casa della sua amata, conquistandola per sempre. Oggi la loro unione civile!

Questa mattina si sono unite civilmente nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo, vicino le terme di Caracalla, Maria Laura Annibali, 72 anni e presidentessa dell’associazione Di’Gay Project, e Lidia Merlo, 69 anni.

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Unioni civili a Roma. Foto di Aurelio Mancuso
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Unioni civili a Roma.
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Entrambe indossano uno smoking bianco: avevamo raccontato la scelta dell’abito (LEGGI >), avvenuta in un atelier di Pavona, A sancire l’unione colei che ha dato anima e corpo per questa legge, la pasionaria dei diritti LGBT Monica Cirinnà.

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Monica Cirinnà.

Quindici anni fa, quando iniziammo a frequentarci, lei era stata categorica: usciva da una storia lunga e complicata e non voleva più saperne, la nostra poteva essere solo un’amicizia“, rivela Lidia. “Poi ho comprato una bomboletta spray e sono andata sotto casa sua. Erano le tre di notte e mi tremavano le mani. Pensavo: ‘Se qualcuno mi vede e chiama la polizia?’. Non so dove ho trovato il coraggio”. Lidia scrisse “Laura, ti amo appassionatamente” sul muro di fronte casa della sua amata, conquistandola per sempre.