Resistere al tempo del coronavirus

Maria Laura ha trasformato un evento temporaneo in un presidio umano permanente.

Su PaeseRoma.it il 5 aprile 2020

Maria Laura Annibali con la moglie Lidia Merlo

Roma, quartiere Talenti, la quarantena causata dal coronavirus è iniziata con una settimana di flash mob dai balconi di tutta la città, oggi a distanza di più di venti giorni c’è ancora qualcuno che fa del flash mob un appuntamento quotidiano e irrinunciabile.

Maria Laura Annibali, 75 anni, presidente Di’ Gay Project: «Da quando sono in quarantena, insieme a condomini e amici e sconosciuti, ci ritroviamo,sui balconi, nonostante ampie distanze, due volte al giorno una alle ore 12:00, per fare quattro chiacchiere, e una alle 17,30 per cantare motivi vari compreso delle mini cover inventate da mia moglie e dalla sottoscritta».

Maria Laura Annibali sul balcone di casa

Grazie agli impianti acustici, come riferito da Maria Laura, riescono a coinvolgere palazzi anche lontani dal loro, creando una nuova forma di quotidianità, non solo con le persone già amiche e ben conosciute, ma anche con gente che prima conoscevano solo di vista o non conoscevano affatto, abbattendo ogni ostacolo legato alla diversità comunemente presente nella quartiere, quale ricco-povero, bianco-nero, etero-gay, giovane-anziano, cristiano-ebreo…

Nel Municipio III di Roma il flash mob di Laura ha suscitato interesse:

Napoli, Omovies Film Festival 2019

Maria Laura Annibali racconta l’altra altra metà del cielo – 12 dicembre 2019

L’intervento di Maria Laura al termine della proiezione de “L’altra altra metà del cielo. Donne” al 12° Festival del Film LGBT di Napoli.

Con Carlo Cremona, direttore artistico del Festival, e Pasquale Ferro.

Sulla serata conclusiva del festivale il resoconto de Il Mattino.it

Il video della premiazione di Maria Laura

Lidia consegna a Maria Laura Il Premio speciale Omovies 12

Maria Laura e Lidia a TV8

Ospiti della trasmissione ho una cosa da dirti condotta da Enrica Bonaccorti.

Sabato 23 novembre 2019 Maria Laura e Lidia hanno partecipato alla trasmissione televisiva “Ho una cosa da dirti” condotta da Enrica Bonaccorti sull’emittente TV8.

Una doppia intervista in cui Maria Laura e Lidia raccontano di sé, come singole e come coppia… con una sorpresa finale da parte di Maria Laura per Lidia.

La registrazione del programma:

Su Donna Moderna

Le nostre lunghe storie dʼamore gay. Foto di Melissa Ianniello

L’articolo di Lucia Renati con le foto di Melissa Ianniello,
pubblicato sul numero 47 del 7 novembre 2019,
si può leggere integralmente sul sito di Donna Moderna
o si può scaricare qui, in pdf

A 3 anni dalla legge sulle unioni civili, molto è cambiato per le coppie omosessuali. Soprattutto per quelle che hanno potuto ufficializzare relazioni decennali. Belle e intense come queste 4 che vi raccontiamo.

William Belli, 69 anni, e Vittorio Panzani, 75
«Non siamo più lava incandescente, ma abbiamo costruito una base solida che nessuno può scalfire»
Gianni Manetti, 70 anni, e Victor Palchetti-Beard, 67
«Per non vivere lontani siamo diventati fratelli adottivi: ai tempi ci sembrava una figata»
Paola Fognani, 73 anni, e Stella Marchi, 65
«Ci siamo sposate in ospedale, il giorno prima di un intervento, per poterci garantire diritti e tutele di legge»

Maria Laura Annibali, 74 anni, e Lidia Merlo, 72
«Tutto quello che vogliamo è dentro la nostra casa.  Il matrimonio? Mai pensato fosse così divertente»

Maria Laura ha il primato di essere, tra le coppie gay unite civilmente, la sposa più “adulta” d’Italia: aveva 71 anni quando ha detto sì, nel 2016. La sua compagna Lidia era già stata sposata con un uomo per 35 anni, insieme hanno avuto una figlia. «Ho sempre saputo di non volere quella vita, ma sentivo di dover soddisfare le convenzioni sociali e la rigida educazione della mia famiglia» racconta. «Ricordo che la mattina del mio matrimonio mio cugino mi disse: “Adesso sei veramente felice”. Io mi sentivo solo sbagliata». È a 50 anni compiuti che Lidia decide di scoprire chi è davvero: «Sono andata al Gay Village di Testaccio, a Roma, mi vergognavo da morire ma dovevo parlare con qualcuno». Quel qualcuno è Maria Laura, presidente dell’associazione Dì Gay Project: «Ero già attivista, non mi nascondevo da tempo». Invece Lidia scopre in quel momento quello che sente dentro: di fronte a Maria Laura si scioglie e 2 giorni dopo il loro incontro si dichiara, scrivendo sul muro sotto casa: “Ti amo perdutamente”.

Ecco il loro inizio, che le ha portate all’unione civile 3 anni fa. «Fino a quando avrò forza combatterò per il matrimonio egualitario» dice Maria Laura. «Sono nata nel 1944, all’epoca le persone come me erano sorvegliate. Vengo da una famiglia borghese, cattolica e fascista e ho fatto coming out a 20 anni. Io e Lidia siamo donne, lesbiche, “grandi” (a loro non piace la parola anziane, ndr): ci sono ancora molti pregiudizi su di noi. Una volta, di ritorno dal Gay Pride di Roma, siamo state insultate: un uomo ci ha detto “Andrete all’inferno”. Sul pullman una signora si lamentava: “Ma che sono ’sti froci?”. Ci siamo sposate per dare speranza alle persone della nostra età che si stanno ancora nascondendo. E combattiamo per una legge contro l’omofobia e l’adozione del figlio della partner nelle famiglie arcobaleno». Lidia aggiunge: «Alle nozze lei mi ha dedicato una poesia e io 2 parole: “Per sempre”. Siamo giocherellone, ridiamo. Tutto quello che vogliamo è dentro la nostra casa. Non avrei mai pensato che il matrimonio potesse essere così divertente».

Video di Freeda

La storia d’amore di Lidia e Maria Laura, sposate a 70 anni

Freeda – come freedom, al femminile – racconta storie di donne con uno sguardo ottimista. Siamo indipendenti e sognatrici, e amiamo i gattini. Freeda è un progetto editoriale che celebra la libertà personale, l’espressione di sé attraverso lo stile.

A 70 anni Lidia e Maria Laura hanno fatto coming out e si sono sposate, dimostrando che non è mai troppo tardi per essere se stessi ed essere libere e liberi di amare.

Il loro bellissimo video:

Con Melissa Ianniello per Wish it was a coming out

Mostra fotografica i cui protagonisti sono anziani e anziane LGBT

A Savignano sul Rubicone, dal 21 al 29 settembre 2019, si è tenuto Si Fest, il festival di fotografia più longevo d’Italia. Quest’anno esplora il concetto di seduzione, ispirato dalle parole del filosofo francese Jean Baudrillard: “La seduzione non è il luogo del desiderio. È quello della vertigine, dell’eclissi, dell’apparizione e della sparizione”. I fotografi invitati dal curatore Denis Curti sono stati scelti perché raccontano con diverse sfumature ossessioni e fascinazioni nei confronti di un soggetto.

Tra i lavori esposti, Wish it was a coming out, in cui Melissa Ianniello indaga il tabù tra omosessualità e vecchiaia, partendo dalla sua esperienza personale. Fin da quando è adolescente Ianniello sa di essere lesbica ma non ha mai avuto il coraggio di dirlo ai nonni, e nel tempo ha capito di avere perso un’occasione per farsi conoscere veramente. Per riscattarsi da questo peso, fotografa gay e lesbiche tra i sessanta e gli ottant’anni che rivendicano la loro sessualità e le loro esperienze. Con questo lavoro, Ianniello ha vinto il premio Si Fest Portfolio “Lanfranco Colombo” 2018.

Tra le opere esposte anche una foto di Maria Laura e Lidia

Ianniello Donna Moderna rid
Maria Laura e Lidia viste da Melissa Ianniello

Una panoramica della mostra in questo video:

30 marzo 2019 – Verona

Manifestazione nazionale transfemminista contro il World Congress of Families

Dal 29 al 31 marzo, presso la città di Verona si è tenuto il Congresso mondiale delle famiglie (World Congress of Families, WCF), che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali come: Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il senatore della Lega Simone Pillon.

Un raduno di associazioni che hanno fatto della lotta contro i diritti delle donne e delle persone lgbtqi+ la loro ragione di esistenza.

Verona ancora una volta si presenta come laboratorio di sperimentazione politica nazionale e l’attacco all’aborto e ai diritti delle donne e delle soggettività lgbtqi+ è il terreno privilegiato su cui si intende operare una saldatura tra la destra e i movimenti per la vita.

Nonunadimeno ha chiamato dunque tutt* a Verona il 29, 30 e 31 marzo per manifestare contro il World Congress of families.

vedi il video di Maria Laura a Verona il 30 marzo 2019

Evento centrale è stata la marcia di sabato 30 marzo 2019. Diverse decina di migliaia di persone hanno sfilato lunghe le strade del centro della città scaligera, tra di esse non poteva mancare Maria Laura, riconosciuta e salutata da amiche e amici di diverse parti d’Italia.

Attacco omofobico a Maria Laura

L’episodio il 23 ottobre 2017 in un ospedale romano

Ne dà notizia il sito del Di’Gay Project, associazione LGBT romana di cui Maria Laura è presidente.

L’articolo è di Karmel Attolico

La dinamica dei fatti, come riportato sui social dalla stessa Annibali, si svolge in uno dei scenari più soliti che frequentemente si verifica in ospedale quando si accompagnano parenti ed amici per piccoli interventi chirurgici che vengono effettuati in giornata. Per ammazzare l’attesa, in questo caso durata ben oltre sette ore, Maria Laura ha socializzato con le altre persone che erano sul posto e visto il clima cordiale creatosi intorno a lei, ha deciso di raccontare la sua storia sentimentale con Lidia, la loro unione civile fatta il 23 novembre dello scorso anno e come vivono quotidianamente il loro rapporto affettivo.

 Ma il caso ha voluto che tra i presenti ci fosse un uomo, abbastanza adulto, che ascoltava in silenzio e in disparte senza partecipare minimamente al discorso, e allorquando la moglie lo ha raggiunto in sala d’attesa visibilmente provata, la stessa ha provocato una reazione di estrema sensibilità in Maria Laura che ha chiesto all’infermiera che l’aveva accompagnata se la paziente stesse soffrendo molto. Tale atteggiamento di partecipazione solidale ha scatenato la reazione dell’uomo che è arrivato ad attaccare Maria Laura con insulti verbali della peggiore specie, nonostante la moglie lo invitasse a desistere da quell’atteggiamento negativo e inqualificabile, che denunciava in maniera palese la sua avversione per la persona che poco prima si era raccontata per quello che era, vale a dire una donna lesbica, ultrasettantenne – classe 1944 – appagata dalla sua relazione sentimentale con la compagna alla quale si era unita civilmente da quasi un anno, dopo quindici anni di legame sentimentale.

Purtroppo, data la circostanza del momento particolare, Maria Laura, seppur donna tenace che non si ferma mai davanti a tanta inciviltà, nell’imminenza dell’uscita di Lidia dal reparto annunciatole da un’infermiera, ha desistito dall’affrontare la persona omofoba per chiedere le sue scuse, lasciando che la stessa abbandonasse la sala d’aspetto uscendo dall’ospedale in maniera adirata e con atteggiamento intollerante.

Ma purtroppo non è l’unico episodio verificatosi in quel frangente perché come coda finale di quanto accaduto fino ad allora, a Lidia – come lei stessa racconta dalla pagina Facebook di Maria Laura – è toccato di subire un atteggiamento omofobico più istituzionale, subdolo, fatto di “silenzio tombale”, allorquando finito l’intervento ha chiesto all’infermiera di far sapere l’esito dello stesso a Maria Laura che aspettava fuori dal reparto e ha dovuto constatare che la sua richiesta cadeva nel vuoto assoluto, mentre, più o meno contestualmente, una signora presente nel reparto e interloquendo con Lidia, accortasi del legame tra le due donne, faceva presente che fuori dal reparto c’era la sua amica che l’aspettava. Di fronte a simile esternazione, Lidia replicava che la signora in questione era sua moglie. Una risposta che produceva un black out  delle voci di tutti i presenti nel corridoio del reparto.

Insomma, due episodi che ritraggono un’Italia post Unioni civili ancora impreparata a gestire il nuovo corso di una società inclusiva delle persone omosessuali, a tratti incredula della determinazione di queste ultime a venire allo scoperto con disinvoltura e onestà intellettuale, quest’ultima considerata ancora scomoda dai benpensanti attaccati allo stereotipo della coppia uomo-donna. Ma per fortuna, l’amore non conosce limiti e trova la forza per combattere l’omofobia e le sue manifestazioni.

La notizia ripresa anche, nello stesso giorno, dal sito di informazione LGBT Gaypost, che conclude descrivendo la solidarietà ricevuta da Maria Laura attraverso i social:

Intanto è scattata la solidarietà sui social network, come quella data da associazioni (tra cui il Mario Mieli di Roma e Stonewall GLBT di Siracusa) e da singoli/e militanti. Ma già ieri stesso Lidia si lamentava di un trattamento poco rispettoso nei confronti della loro realtà familiare su Facebook: «Dopo l’operazione con la flebo attaccata al braccio chiesi all’infermiera di far sapere qualcosa ai nostri parenti fuori, neanche mi rispose se ne andò» racconta, dal profilo della moglie. Continuando: «Una signora mi disse fuori c’è la sua amica che la sta aspettando; io le risposi non è mia amica ma mia moglie, nella stanza ci fu un silenzio tombale, dentro di me feci una considerazione “ancora nessuno ha accettato questa legge delle unioni civili, probabilmente ci vorranno secoli”».

Al TAG di Ferrara – 2017

Festival di cultura LGBT.
5 marzo 2017

Dall’estate 2016, dal Nord al Sud, nelle grandi città e nei piccoli centri, hanno iniziato a celebrarsi le prime unioni civili, realizzando quel sogno d’amore e di felicità che tante coppie attendevano da tempo.

E molti dei novelli sposi hanno ormai varcato la soglia dei sessant’anni.

Sul filo dei racconti delle antologie Over60 Men e Over60 Women (Elmi’s World), curate dallo scrittore Gianluca Polastri, scopriamo l’omosessualità nella terza età.

Tag di Ferrara 2017
Tag di Ferrara 2017

Insieme con Polastri saranno ospiti due delle coppie unite civilmente protagoniste della trasmissione Stato Civile (Rai Tre): Bruno De Feo e Orlando Dello Russo, Maria Laura Annibali e Lidia Merlo; con Vanni Piccolo, testimone storico del movimento LGBT e uno dei fondatori del Circolo Mario Mieli di Roma.<br>Modera Flavio Romani, Presidente Arcigay Nazionale.

Fotogallery dell’evento

Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Gli interventi
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura e Lidia a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Copertina di Over 60 Men
Maria Laura e Lidia con LUDOVIC-MOHAMED ZAHED a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura, Lidia e Ludovic-Mohamed Zahed, imam di marsiglia
Maria Laura a Ferrara il 5 marzo 2017 per il Festival di cultura LGBT TAG
Maria Laura nella sala dell’incontro

Maria Laura e Lidia a Stato civile su Rai 3

In onda l’8 dicembre 2016

Stato Civile – L’amore è uguale per tutti: questo il titolo completo della trasmissione di Rai 3 che, a poche settimane dall’approvazione della legge sulle unioni civili, racconta le storie delle coppie che, grazie alle legge, hanno potuto celebrare la loro unione al fine di essere riconosciuti come coppia dallo Stato e dalla società. Le unioni civili hanno realizzato quel sogno d’amore e di felicità che tante coppie attendevano da tempo.

Gli autori del programma sono Riccardo Brun, Laura Cirilli, Daniela Collu, Francesco Cordio, Annalisa Mutariello (Capoprogetto), Paolo Rossetti e Francesco Siciliano, mentre la regia è di Giampaolo Marconato. Prodotto da PanamaFilm.

La puntata dell’8 dicembre 2016 ha come protagonisti: Daniele e Francesco di Roma, ma vivono a Milano, e Maria Laura e Lidia, pure di Roma, convivono da 15 anni. Lidia ha ricevuto un’educazione tradizionale e ha lavorato per molti anni come segretaria presso uno studio contabile. Ha avuto un matrimonio durato 35 anni, da cui è nata una figlia, finito quando – a 55 anni – ha l’incontro folgorante con Maria Laura. Maria Laura, da anni attivista per i diritti lgbt, è presidente del Di’Gay Project ed è stata dirigente in ambito tributario e Garante alla Consulta per le Pari opportunità della Regione Lazio. Scrive libri, gira documentari, fa spettacoli teatrali, sempre con Lidia al suo fianco che la aiuta.

I promo della puntata:

Cliccando sull’immagine si accede al video della trasmissione

La trasmissione si può rivedere integralmente su RaiPlay.it:

Buonaseraroma – Maria Laura e Lidia, sposate da Monica Cirinnà

Buonaseraroma ha raccontato l’Unione Civile di Maria Laura e Lidia, pubblicando alcune foto per ricordare il lieto evento.

Servizio di Adriano Di Benedetto.

“Tra i tanti amici accorsi, tantissime figure del movimento lgbti come Imma Battaglia, il senatore dem  Sergio Lo Giudice, il presidente di Arcigay Flavio Romani, il presidente del Mieli Mario Colamarino, la presidente di Agedo Roma Roberta Mesiti, la presidente di Famiglie Arcobaleno Marilena Grassadonia, il presidente di Anddos-Gaynet Roma Rosario Coco.”

buonaseraroma

Gay.it – Unioni civili, il sì di Maria Laura e Lidia

La notizia sui principali siti di informazione LGBT italiani

Pride Online ha raccontato l’Unione Civile di Maria Laura e Lidia.

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“Sono da poco passate le 12.30. Alle pendici del Celio in Roma si sono unite civilmente la 72enne Maria Laura Annibali e la 69enne Lidia Merlo. Ad accoglierne la dichiarazione nella suggestiva cornice dell’ex complesso benedettino di S. Maria in Tempulo la senatrice dem Monica Cirinnà, che ama definirsi la “madre della legge sulle unioni civili”.”

Reportage dell’evento da Gay.it
con foto di Aurelio Mancuso

Lidia scrisse “Laura, ti amo appassionatamente” sul muro di fronte casa della sua amata, conquistandola per sempre. Oggi la loro unione civile!

Questa mattina si sono unite civilmente nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo, vicino le terme di Caracalla, Maria Laura Annibali, 72 anni e presidentessa dell’associazione Di’Gay Project, e Lidia Merlo, 69 anni.

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Unioni civili a Roma. Foto di Aurelio Mancuso
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Unioni civili a Roma.
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Entrambe indossano uno smoking bianco: avevamo raccontato la scelta dell’abito (LEGGI >), avvenuta in un atelier di Pavona, A sancire l’unione colei che ha dato anima e corpo per questa legge, la pasionaria dei diritti LGBT Monica Cirinnà.

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Monica Cirinnà.

Quindici anni fa, quando iniziammo a frequentarci, lei era stata categorica: usciva da una storia lunga e complicata e non voleva più saperne, la nostra poteva essere solo un’amicizia“, rivela Lidia. “Poi ho comprato una bomboletta spray e sono andata sotto casa sua. Erano le tre di notte e mi tremavano le mani. Pensavo: ‘Se qualcuno mi vede e chiama la polizia?’. Non so dove ho trovato il coraggio”. Lidia scrisse “Laura, ti amo appassionatamente” sul muro di fronte casa della sua amata, conquistandola per sempre.

Female World – Quando l’amore diventa poesia di una vita

Maria Laura e Lidia: “A settant’anni ci diaciamo SÌ”

Sabina Caligiani su Female World  ha parlato dell’unione civile di Maria Laura e Lidia, celebrata il 23 novembre scorso a Roma.

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Maria Laura e Lidia, insieme, elegantissime nel loro smoking bianco, splendenti di una giovinezza senza tempo nonostante gli incombenti settanta anni, hanno raggiunto la chiesa sconsacrata S. Maria in Tempulo, alle Terme di Caracalla, in una mercedes nera sulla quale balzava in grande evidenza un nastro con i colori dell’arcobaleno. Ad accoglierle con un applauso davvero affettuoso, tanta gente festosa e commossa, i parenti e i numerosissimi amici, molti dei quali compagni di tante lotte in difesa dei diritti degli omosessuali, gli attivisti lgbt: da Imma Battaglia, leader del movimento, a Roberta Mesiti, presidente di Agedo Roma (Associazione genitori degli omosessuali), ma le più emozionate erano loro che, tenendosi per mano, hanno salutato e ringraziato tutti, forse ancora incredule, dopo tante battaglie affrontate, di avercela fatta, di aver raggiunto il sospirato momento del si.

Ed è stato lunghissimo siiiiiiiiiiiiiiiiiiii risuonato nella chiesa come un eco quello pronunciato da Maria Laura presidente del “Digay projet” cui è seguito quello di Lidia, secco e forte, sigillo di tutta una vita, atteso e maturato in quindici anni di amore.

UNIONI CIVILI: MONICA CIRINNÀ CELEBRA L’AMORE DI MARIA LAURA E LIDIA

Monica Cirinnà ha letto gli articoli della legge sulle unioni civili davanti ad un pubblico attento e partecipe ed ha chiesto scusa anche per conto dei suoi colleghi parlamentari per aver fatto attendere più di trent’anni … Inoltre, poiché il fondamento di questa legge è nei valori della libertà, della dignità e della laicità della persona, ha affermato che andrà avanti nell’impegno dell’equiparazione al matrimonio e alla stepchild adoption.

UNIONI CIVILI: QUANDO L’AMORE DIVENTA POESIA DI UNA VITA

Maria Laura, l’estroversa, l’artista, ha dedicato poi la cerimonia ai suoi familiari scomparsi e a coloro che avrebbero voluto, ma non sono arrivati a questa possibilità, poi ha recitato due poesie come omaggio d’amore a Lidia , che in modo conciso ed essenziale, ha contraccambiato con un: “per sempre…” suscitando altri momenti di commozione tra i presenti.

La mia vita è poesia” aveva affermato Maria Laura in una intervista fattale per Female World qualche tempo fa, quando ancora la legge sulle unioni civili non era ancora in vigore e quando le era stato chiesto se considerasse corretto il termine matrimonio tra persone dello stesso sesso aveva risposto: “Amo usare il termine ‘omoaffettività’. Non l’ho inventato io, ma mi sarebbe piaciuto. La definizione omosessualità mette al primo posto la sessualità. Se però si mette in evidenza l’affettività quale differenza può esserci tra il matrimonio eteroaffettivo e quello omoaffettivo?”.

Corriere.it – Maria Laura e Lidia spose.

Sulla Cronaca di Roma il reportage (con foto e video) dell’unione civile di Maria Laura e Lidia

Le nubende più grandi d’Italia, Maria Laura Annibali e Lidia Merlo, si sono unite civilmente mercoledì nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo alle Terme di Caracalla. A celebrare la cerimonia, la senatrice Monica Cirinnà.

di Maria Egizia Fiaschetti
l’articolo con foto e video sul sito del Corriere.it

(Jpeg fotoservizi)
Maria Laura e Lidia (Jpeg fotoservizi)

Il «sì» della sposa col cilindro risuona lunghissimo nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo. Al monosillabo dal suono gutturale fa eco la risposta compassata, ma decisa, della compagna. Scatta l’applauso. Hanno aspettato tre lustri Maria Laura Annibali, 72 anni, e Lidia Merlo, 69, perché arrivasse questo giorno.

Ieri mattina, lo scambio delle fedi davanti alla senatrice Monica Cirinnà. Manca più di un’ora alla cerimonia quando la coppia, in smoking bianco e stola di pelliccia (ecologica), imbocca via di Valle delle Camene, dietro Caracalla. Siedono, le «nubende più grandi d’Italia», sul retro di una berlina scura infiocchettata con un nastro arcobaleno. Si tengono la mano e contano i minuti, gli ultimi che le separano dalla celebrazione. «Se stanotte abbiamo dormito? Io ho dovuto prendere la valeriana», racconta Maria Laura, presidente dell’associazione «Di’ gay project». A Lidia il rilassante naturale non è bastato: «Io qualche goccia di ansiolitico…», confessa.

A raccontare l’emozione non sono solo le occhiaie coperte da un velo di fondotinta e il viso tirato: le due, di solito molto loquaci, tra una parola e l’altra trattengono il respiro. Cosa si sono dette la sera prima del gran giorno? «Che alla fine, dopo tante battaglie, ce l’abbiamo fatta e adesso niente ha più importanza». La folla di parenti, amici e attivisti per i diritti della comunità omosessuale le accoglie con un lungo applauso davanti all’ex chiesa alle pendici del Celio: chi regala un mazzo di fiori, chi un abbraccio. Dentro la sala è piena, molti ascoltano in piedi gli articoli della nuova legge sulle unioni civili approvata dal Parlamento lo scorso 11 maggio. Cirinnà, che è stata la prima firmataria, ne ricorda i pilastri: libertà, dignità e laicità. «Valori che — sottolinea — ritrovo nel legame tra Maria Laura e Lidia. Stamattina (ieri, ndr) prima di venire qui un collega senatore mi ha detto: “Ah, vai a costituire…”, ma io ci ho tenuto a precisare che no, questa è una celebrazione a tutti gli effetti». La parlamentare si è scusata «perché vi abbiamo fatto aspettare trent’anni», ammettendo che manca ancora l’ultimo tassello: «L’equiparazione al matrimonio e la stepchild adoption».

Nel finale, a riprendersi la scena sono loro, le neo-spose. Maria Laura, con la voce tremante, recita ad alta voce due poesie. Lidia, più schiva, si limita all’essenziale: «Voglio dire solo due parole: “Per sempre”». Tra gli invitati, più di qualcuno si lascia scappare una lacrima. Un attivista di «Di’ gay project» legge un lungo messaggio di ringraziamento: «Siete state voi a darmi il coraggio di essere me stesso». La maggiore delle spose dedica la cerimonia «a chi della mia famiglia non c’è più e ai tanti amici che avrebbero voluto raggiungere questo traguardo ma non ce l’hanno fatta». Mentre fuori il vento scompiglia le chiome degli alberi e il prato si tinge dei colori dell’autunno, piovono chicchi di riso arcobaleno e petali di rosa. Maria Laura e Lidia appaiono più rilassate, fanno tintinnare i calici di champagne e tagliano la torta con la statuina che le ritrae insieme: «È già il quinto rinfresco», commenta la prima, sorpresa da tanta attenzione. La processione di saluti e congratulazioni diventa rito nel rito. Ci sono gli affetti più cari e gli attivisti lgbt: da Imma Battaglia, leader del movimento, a Roberta Mesiti, presidente di Agedo Roma (Associazione genitori degli omosessuali). Dopo il brindisi corale, il rinfresco privato con gli amici più intimi. E quando si spengono le luci, allora sì che comincia la festa: iniziata col «ti amo appassionatamente» su un muro al Trionfale sotto casa di Maria Laura e suggellata da un «per sempre» di Lidia.