Cantando dai balconi

Conversazione pre-natalizia per parlare di diritti e di impegni civili e culturali prossimi venturi.

“Il mio canto libero per ogni diversità”.
Conversazione pre natalizia con una cineasta e attivista fuori dagli schemi e sempre più sugli schermi.

Eguali, uniti, per il diritto alla vita e alla libertà, anche e soprattutto sotto pandemie e altre irrazionalità

Intervista a cura di Sarah Panatta per:
https://dartshoots.home.blog/2020/12/23/maria-laura-annibali-cantando-dai-balconi/

L’attivista per i diritti del mondo LGBTQ e per tutti i mondi delle minoranze, in questo anno di sconvolgimenti internazionali ha cercato di trasformare la “distanza” in militanza civica e opera socialmente utile, un modo per stare vicino a persone sole, emarginate, anziane. Un modo extra “social” e molto socievole.

Ce lo ha raccontato in una chiacchierata amichevole, tra gli aggiornamenti per il calendario 2021 che la vedrà protagonista insieme ai suoi libri e soprattutto ai suoi documentari per portare le voci delle “minoranze” nelle scuole, nelle carceri, nei cinema, nelle platee del web, tra festival e altre iniziative.

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Maria Laura durante una manifestazione con la bandiera del DGP

Maria Laura, una donna da sempre oltre gli schemi, ormai lanciata nel panorama del cinema e dei documentari e ormai da quasi trent’anni in piena militanza politico sociale, cercando di essere protagonista del risveglio della coscienza civica su temi come i diritti della comunità LGBTQ e non solo. Come nasce il canto dai balconi e questa edizione natalizia…

Rispetto al mio pensiero di socialità più ampio e completo e al concetto di “diversità” che contempla gli anziani. Una parola che personalmente non mi piace, preferisco sempre dire che sono “grande” piuttosto che anziana, perché ha oggi soprattutto un significato sociale negativo. Non quello forse se vogliamo azzardarci che si poteva sociologicamente dare nella prima metà del secolo scorso.

Da persona “grande” e desiderosa di vita e di una nuova socialità per tutti, non ho voluto né potuto far morire questo piccolo grande progetto nato nel mio complesso abitativo, a fianco anche se in modo “virtuale” a tutti i miei vicini e alle loro diversissime e incredibili storie. Al loro essere umani e in difficoltà, come tutti noi in questi mesi, ho voluto dare sollievo e perché no, un nuovo slancio. Avrei voluto cantare in tutti i giorni “rossi” del calendario, come abbiamo fatto nei mesi del lock down da marzo fino all’estate persino con il “pigiamino” della domenica. Non lo avrei mai sperato ma è stato coinvolgente, emozionante, siamo state travolte dall’affetto e dall’energia di tutti i condomini. Grandissimo alleato “musicale” l’amico Orazio, classe ’44, condomino del “piano di sopra”. Senza di lui saremmo state diciamo un coro scoordinato. Noi come in un film, al di là del parco, un piccolo gruppo di “diversamente giovani” per lo più quasi tutti soli, ci siamo trovati a creare una nuova grande famiglia. Persino con il cane “terribile” peste che abbiamo imparato ad amare anche grazie alla coesione del gruppo canterino. Il canto e la musica sono un veciolo potentissimo.

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Maria Laura sul balcone di casa durante il lockdown

Ora sotto Natale torneremo a sentirci insieme, fieri delle nostre diverse umanità e insieme, restando umani e sperimentando la serenità al di fuori da quelle propagandate, anzi possiamo dire propagate, dai riflettori mediatici. Noi sotto i riflettori vogliamo mettere molta più verità e verità spontanea, minuta e bellissima per questo. 

Cantare dai balconi dando forza e ricevendone in cambio. Piccole grandi rivoluzioni. Un lavoro dentro e con la comunità come fai da anni, combattendo per la causa dell’uguaglianza dei diritti e per il diritto alla libertà e all’amore…

Ho sempre combattuto a fianco dei “diversi”, iniziando da me stessa e dalla mia omofobia interiorizzata, per sciogliere paure, stereotipi e intolleranze. Anche oggi questa battaglia insieme ai diversi della “maggiore” età diciamo, l’età che avanza e porta un bagaglio enorme e meraviglioso e non deve portare solo nostalgia, pensieri “finali”. Noi cantavamo, stonavamo, parlavamo, lottavamo, applaudivamo agli eroi che ogni giorno affrontano le loro guerre, dal virus alla violenza sulle persone LGBTQ… Non tutti sanno che sono lesbica dichiarata, attivista e che mi batto in ogni modo contro l’omofobia e le discriminazioni tutte. Quindi ogni tanto quel balcone diventa un palco per un altro tipo di canto, per raccontare i diritti della comunità di LGBTQ, per tramandare una cultura di rispetto e di valore della vita. Parlare di diversità in ogni campo, anche dei diritti dei nostri compagni animali, i diversi più diversi di tutti che torturiamo indegnamente. 

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Con il gruppo dei canterini e canterine

Ora non so ancora quali canzoni sceglieremo per cantare il 24 alle 12, sicuramente proveremo a cantare anche in altre giornate “rosse” con i miei canterini. Serve qualcosa per dare uno sprint contro tutto il dolore che stiamo sopportando per tenerci uniti con calore e credendo nel presente e nel futuro. Stare vicini e aiutarci unendo le generazioni in una solidarietà senza colore e sesso, crea un’energia irripetibile.

Io sono portatrice di diversità comparate di varia natura e la vivo e insieme la combatto proprio amando rispettando e difendendo la vita e quindi ogni tipo di sua diversità. Quindi in questo Natale, per chi crede o non crede, da persona credente “eretica” che in altre epoche meno libere sarebbe stata bruciata, voglio portare in alto e nei cuori questo canto libero per le diversità del mondo. Convinta sempre più che il nostro principale compito è accettazione poetica della diversità, per noi LGBTQ e al di là di ogni etichetta…

L’altra altra metà del cielo. Donne

Recensione di Sarah Panatta

Nel terzo documentario di Maria Laura Annibali, essere donna è essere essenzialmente umana, libera, “altra”

Donne che amano le donne. Ma prima ancora che amano la libertà di amare, di essere e cambiare.

Recensione di Sarah Panatta per:
https://dartshoots.home.blog/2020/10/22/laltra-altra-meta-del-cielo-donne/

Guardare allo specchio e non vedersi. Vedersi negli altri e non trovarsi. Trovare l’amore e non capirsi. Essere “diverse”, essere  lesbiche, essere anticonformiste, essere semplicemente donne. E combattere per essere libere.
E libere in prima linea a combattere ognuna a suo modo, con i propri colori, stendardi, a mani nude o con una poesia in tasca, con un frustino o una fede matrimoniale, con una mascherina tricolore o una croce al petto. A combattere, non meramente “contro”, bensì verso, un fronte comune, umano, totale, di comprensione e armonia. Una guerra spirituale prima che materiale, per la collettività e per se stesse.

L’altra altra metà del cielo, 2019. Terzo documentario dell’attivista Maria Laura Annibali, presidente dal 2014 dell’Associazione Di’Gay Project, terzo capitolo di una profonda e sensibile riflessione, incursione calviniana, tanto ironica quanto bruciante, tanto lieve quanto imponente, nel mondo del femminino. Nel ventre cuore-mente-sacra dell’essere donna, al di là del sesso e di altre poco “tolleranti” e tollerabili etichette. Temprata da una vita di rivoluzioni interiori, di passioni nascoste, di esperienze ritardate ma anche da un desiderio di conoscenza e di mutuo aiuto che è finalmente esploso e l’ha portata negli ultimi venti anni ad uscire da una “bolla” cementata da abitudini familiari e da prigionie ideologiche. Che l’ha trasformata in una delle più travolgenti attiviste e autrici del panorama femminile e non solo lesbico. Maria Laura Annibali racconta con un candore e un umorismo disarmante e volutamente sbrigliato da qualsiasi stereotipo, storie di alterità.

Donne che amano le donne o che le hanno amate, donne dichiaratamente lesbiche ma non solo. Donne che hanno affrontato cammini devastanti di auto analisi, di outing precoci o tardivi, di malattie fisiche e di carceri mentali. Donne nate in fascismi reali e agiti e di fascismi latenti e ancora perseguiti. Donne ghettizzate, bullizzate, cacciate, schernite, obliterate. Donne che hanno ripreso in mano la propria vita e la gioia dolorosa di viverla come ogni proprio simile e pari in quanto umano. E che per farlo hanno dovuto affrontare e demolire, o almeno tentare, il muro di ignoranza, presunzione, maschilismo e bigottismo che avvolge e domina la civiltà “nostra”.

altra altra metà

Testimonianze illustri e testimonianze dalla vita quotidiana. Dalla commozione garibaldina di Edda Billi, lesbica, femminista, attivista, poeta e…. Nome leggendario del mondo LGBTQ ma anche dell’intellettualità militante italiana e internazionale. Alle parole calme, soppesate e densissime di Isabel, architetto ed ex transgender. Che narra piano nella sua torre di cristallo, il transito al sesso femminile, l’amore straziante per quella prima vera compagna che ha portato via con sé un pezzo della donna che oggi è Isabel. Donne che hanno il coraggio di ammettere e additare e contrastare ogni singolo giorno il peso dei dettami sociali e delle gabbie cosiddette civili che ancora nel 2020 dividono separano ammazzano gli umani, subordinandoli a categorie o come dice Edda “etichette” pericolose quanto inutili. Se non all’impero finanziario e politico che le ha letteralmente coltivate e trasformate nel nostro pane e nella nostra aria.

Voi che respirate convenzioni, per paura abitudine e convivenza, allora considerate se questa è una donna, che lotta per una vita dignitosa, per essere se stessa, per amare chiunque voglia.

Tra coppie clandestine, rocambolesche gite in slitta, matrimoni di fatto, giochi di maschere, scudi di lotta, abiti di scena e teatro dei ruoli, ricerca di divino e umana debolezza. Sogni, incertezze, fallimenti e conquiste, perdite e scoperte di donne nella più complessa e semplice accezione del termine. Dal camuffamento allo svelamento al tentativo quotidiano di libertà.

Il cammino stesso del documentario è un esempio di tenacia e di movimento civile per quella libertà. L’altra altra metà del cielo. Donne è infatti la terza tappa di una trilogia nata e vissuta grazie agli sforzi in prima persona della stessa Maria Laura Annibali e della comunità che l’ha sostenuta senza tregua per dare voce a chi viene negata o si auto censura. Un esempio inoltre di quel cinema indipendente e sociale che dovrebbe essere l’abc della nostra cultura.

Appuntamenti Archivi - Di'Gay Project - DGP

Presentato, in prima assoluta, il 26 novembre 2019 alla Casa Internazionale delle Donne di Roma e il 12 dicembre a Napoli nell’ambito della 12ma edizione di OMOvies Film Festival LGBT e in altre prestigiose sedi come l’Arena Farnesina lo scorso 19 ottobre in piena atmosfera di lockdown fisici e mentali, il documentario di Maria Laura Annibali è una segno/inno/canto di lotta che non vuole e non può fermarsi. E’ un documento sociale, che avrebbe il suo uditorio migliore non solo in festival e sale, ma in scuole, carceri, cliniche, ospedali, università, accademie, associazioni, istituti, qualsiasi luogo dove le menti vengano forgiate, educate, formate, aggiornate. Perché il più importante “aggiornamento” del sistema è la sua decostruzione e ricostruzione in un ambiente di libertà vera di espressione.

Scritto e diretto da Maria Laura Annibali

Regia tecnica Filippo Soldi

Italia 2019